Si chiama Sinodo dei vescovi ma sono invitati a parteciparvi anche semplici sacerdoti, suore e laici. Il Sinodo è un frutto e quasi una creatura del Concilio Vaticano II. Quella grande esperienza di comunione vissuta insieme da tutti i vescovi del mondo, ha lasciato il desiderio di continuare. Evidentemente, una convocazione di portata universale risulta estremamente impegnativa e problematica e non può avvenire di frequente. Si è deciso allora di procedere per rappresentanza. Al Sinodo partecipano dei vescovi eletti dalle varie conferenze episcopali, cioè dai vescovi di una nazione o di un continente, e vescovi o anche altre persone, su convocazione diretta del papa, come si è accennato. E’ prima di tutto il papa stesso che ha bisogno del Sinodo, come grande opportunità per ascoltare la voce della Chiesa universale: percepire la fede della Chiesa, e misurare in qualche modo il consenso dei fedeli. E’ estremamente significativo che papa Benedetto …
… sia stato presente pressoché a tutte le sezioni del sinodo precedente, quello sull’Eucaristia, intervenendo all’interno del dibattito, come è stato riferito, alla stregua di un qualsiasi padre sinodale.
Certamente, le conclusioni finali dei lavori sinodali saranno emanate con la sua revisione e la sua esplicita approvazione, come capo supremo – ma non solitario – della Chiesa di Dio. Del Sinodo poi hanno bisogno i singoli vescovi e le singole comunità sparse nel mondo, per un incontro e un confronto non puramente virtuale, ma reale e cioè personale, verbale, affettivo, come accade quando i fratelli si incontrano attorno al padre.
Il Sinodo non tratta dei problemi in generali, ma di una questione in particolare. L’ultima volta, tre anni fa, ha trattato dell’Eucaristia e nei prossimi giorni della Parola di Dio nella vita della Chiesa.
Oppure si tratta di un singolo continente, e sono già stati passati in rassegna tutti. Occorre anche dire che le tre settimane del Sinodo, che si svolge normalmente a Roma, sono precedute da anni di lavoro e di consultazioni a distanza, che poi terminano nel documento preparatorio, usato come punto di riferimento per i partecipanti al Sinodo. Seguirà ancora un tempo di riflessione e di revisione, per finire nella stesura e nelle diffusione del testo finale.
Il frutto del Sinodo sembra collocarsi almeno a due livelli: quello che portano a casa gli stessi partecipanti, ricchi di una intensa esperienza di comunione, e quelli che si diffondono con l’ondata di idee, di indirizzi, di testimonianze che dal Sinodo si diffondono e vengono raccolti e vissuti dal popolo di Dio.
di Don Angelo Busetto