Chi offre la própria Comunione di Beni apre le porte della Chiesa all’altro. Guardando la Chiesa e quero che Dio ha compiuto nella mia vita e in quella di molte altera persone mi fa riflettere: stiamo esprimendo davvero, concretamente, la mostra gratitudine a Dio? Tutti vogliono ricevere dalla Chiesa, essere toccati da Dio, vedere la propria vita trasformata da Lui, essere testimoni di miracoli, benedizioni, grazie, guarigioni, ma pochi sono quelli che tornano a ringraziare. Contribuire con la propria decima o devolvere la propria Comunione di Beni non è un favore che facciamo a Dio, né una forma di ripagarlo per le grazie ricevute. E’ gratitudine. Nel Vangelo di Giovanni (17, 11-19) leggiamo che passando per la Samaria e la Galilea dieci uomini lebbrosi vennero incontro a Gesù. chiedendo che li curasse dal dolore che li affliggeva. Come sempre, Gesù ebbe compassione di quegli uomini con il corpo sfigurato dalla malattia e li guarì.
Nonostante ciò, solo uno di loro tornò a ringraziare Gesù: “Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro a glorificare Dio ad alta voce. Si prostrò ai piedi di Gesù e lo ringraziò. Era un samaritano. Gesù gli disse: ‘Non sono stati guariti in dieci? Dove sono gli altri nove? Non è venuto che questo straniero a ringraziare Dio?’ E aggiunse: ‘Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato”. La Comunione dei Beni si realizza solo se anche il nostro cuore é guarito. Multi di noi vivono nella Chiesa, nell’Opera, nei diversi ambiti pastorali solo beneficiando di Dio, come i nove lebbrosi curati.
Condividere con fede e gratitudine
Nel Vangelo di Marco (12, 41-44) Gesù ci mostra che non importa la quantità della nostra offerta, ma la fede che accompagna la nostra condivisione, frutto della gratitudine. “In verità vi dico, la povera vedova ha offerto più di tutti gli altri. Tutti hanno dato del loro superfluo, lei ha offerto tutto quello che aveva per mantenersi”. Il sostegno alla Chiesa o al Centro di Evangelizzazione (come edificio, struttura) deve essere assicurato dalle persone che già sono state raggiunte da Dio. Le benedizioni e le grazie vengono invece da Dio, e non dipendono dal nostro denaro o dal nostro lavoro. Mantenere questa struttura è nostra responsabilità, perché Dio continuerà a fare la sua parte, anche se noi non la faremo. Per questo, chi compie la sua comunione dei beni o dona la sua decima alla Chiesa apre le porte della Chiesa perché altre persone possano entrare e incontrare Dio, come abbiamo potuto fare noi. E’ davvero importante la presenza di chi è stato raggiunto da Dio per primo e non è rimasto fermo! Oggi avete la gioia di trovare aperte le porte della Chiesa o del Centro di Evangelizzazione, per poter entrare e incontrare Dio.
Chi aiuta un’opera di evangelizzazione evangelizza lui stesso
La presenza degli amici è stata molto importante per il paralitico, nell’episodio descritto nel Vangelo di Marco (2, 1-12). Quell’uomo non poteva camminare, né gli amici potevano farlo entrare dalla porta a causa della moltitudine assembrata di fronte alla porta della case dove era Gesù. Le stesse persone presenti vedendo la condizione di quell’uomo non gli facevano spazio per passare. Oggi molti vivono così nella Chiesa: chi non condivide la propria vita con il suo prossimo resta fermo davanti alla porta, impedendo agli altri di entrare.
Condividere la Comunione dei Beni o la decima significa aprire le porte della Chiesa a chi si trova fuori, perché possa entrare. Significa aprire un varco nel tetto, come fecero gli amici del paralitico. Significa aprire il nostro cuore per condividere quello che abbiamo, perché altre persone possano entrare e vedere il Signore.
Se sei grato a Dio perché qualcuno ti ha aperto la porta per entrare, fai lo stesso, sii come la vedova, perché il poco che potrai fare sarà importante per coloro che stanno fuori dalla porta e non hanno niente. La Chiesa è ricca di fede perché è di Cristo, ma vive della Provvidenza Divina. Tutto quello che la Chiesa fa per l’uomo torna a beneficio dell’uomo, perché sia aiutato. Come disse papa Paolo VI: “Chi aiuta un’opera di evangelizzazione è evangelizzatore lui stesso”.
Shalom! Dio vi benedica!
Francisco Rocha
Traduzione: Marco Mencaglia
Comunità Cattolica Shalom
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