Molte madri e molti padri sperano che i loro figli abbiano successo. Alcuni investono molto perché i loro piccoli siano famosi e ricchi, non solo di beni materiali, ma anche di prestigio. Questo non è sbagliato, è un modo in cui si esprime un cuore che ama. Tuttavia, è ugualmente importante crescere i nostri figli in modo che siano felici, che imparino a sacrificarsi, che siano soddisfatti per le giuste ragioni e conquiste, anche se questo comporta delle difficoltà.
Ci sono molte cose che il nostro mondo chiama conquiste e che, in realtà, sono sconfitte esistenziali e vere fabbriche di infelicità. In questo articolo immergiti nell’anima e nel cuore della Vergine Maria, prova a scrutare i sentimenti del cuore di questa mamma nel presenziare dal vivo l’offerta amorevole e un segno magnifico di Gesù, frutto del suo ventre.
Nonostante siano passati più di 30 anni confesso che, ogni tanto, mi tornano in mente le parole dell’Angelo del Signore: “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre” (Lc 1, 31-32). Il mio ragazzo ora è grande e comincia a fare scherzi più audaci di quelli dell’infanzia, se capite cosa intendo. Io già custodivo molte cose nel mio cuore, fin da quell’annuncio dell’angelo, che non ero sicura ci sarebbe stato spazio per altro. Ma, per quanto incredibile possa sembrare, Dio voleva che la vita pubblica del mio Shalom iniziasse attraverso una mia richiesta.
Questo fatto è ricordato nei Vangeli come “Le Nozze di Cana” . Dei nostri conoscenti si stavano sposando e c’erano molti invitati. Il matrimonio in Israele è un momento di grande allegria. L’abbondanza di cibo è simbolo di un’abbondanza futura nella vita degli sposi. Il vino è simbolo di allegria, felicità e pace. Sembra un dettaglio insignificante, ma l’atto che mio Figlio compì lì fu espressione dell’amore perfetto del nostro Dio, che si preoccupa anche dei più piccoli dettagli per la felicità dei suoi Figli (cf. Gv 2, 1-2).
Il vino, tuttavia, venne a mancare e gli sposi erano preoccupati. Io allora, con spirito di intercessione, andai da mio Figlio e gli dissi: “Non hanno più vino” (Gv 2, 3). Lui, però, mi rispose dicendo che la sua ora non era ancora giunta (cf. Gv 2, 4). Io, in disaccordo, mi rivolsi ai servi e dissi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5).
I servi presero sei giare di pietre che erano messe lì per la purificazione delle persone. Ognuna di esse conteneva circa 100 litri. Mio Figlio disse a chi stava servendo: “Riempite d’acqua le giare”. Loro le riempirono fino all’orlo. Lui continuò dicendo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. E così fecero. Il maestro di tavola assaggiò l’acqua che si era trasformata in vino e ne rimase stupito. Il capo dei servi chiamò, quindi, lo sposo e disse: “ Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono!” (Gv 2, 7).
Rimasi da parte, nel mio angolino, discreta e nascosta. Solo io e mio Figlio Shalom sapevamo cos’era davvero successo. Così è stato, io ho insistito affinchè Lui aiutasse gli sposi in quel momento di imbarazzo. E lì fu l’inizio della sua vita pubblica e, da lì in poi, una serie di miracoli e segni ancora più impressionante sarà realizzata per mezzo Suo. (Cf. Gv 2, 11).
Se hai bisogno di una grazia, se ti sta mancando il vino dell’allegria, della pace, della felicità, della fede e della lode nella prova, conta sulla mia intercessione costante al Suo cospetto, andrà tutto bene.
Dio ti benedica sempre.
Shalom!