Quando valutiamo l’azione di S.Francesco nella Chiesa, vediamo che è molto forte. Nel momento in cui la Chiesa viveva una tappa difficile nella sua camminata, il Signore fece nascere un uomo come S.Francesco, con una missione molto speciale, come testimone vivente dell’amore di Dio per la sua Comunità. Per avere un’idea, sono già circa 800 anni che S.Francesco visse nella Chiesa e ancora oggi egli esercita un’influenza molto forte all’interno di essa.
Questa stessa influenza la portiamo dentro la nostra spiritualità, quando, per esempio, all’inizio della nostra camminata di fede, sempre nei gruppi di preghiera per i giovani, fummo condotti dallo Spirito a leggere libri della vita di S.Francesco. Tutto ciò parlò molto ai nostri cuori, nella stessa forma che parló al santo, che avrebbe dovuto consacrarsi e abbandonarsi interamente a Dio, avendo una relazione intima con la lode, spogliandosi di tutto.
Così Dio cominciò a generare in noi una chiamata propria, con caratteristiche che agirono nella vocazione di S.Francesco, nella missione specifica che egli ebbe nel mondo. Quindi seguendo più o meno questa storia e di forma speciale il libro “ Fratello di Assisi “ di Frate Inácio Larrañaga, che svegliò in noi l’attenzione per l’insegnamento e per la sua testimonianza nel mondo e nella Chiesa, possiamo dire che portiamo nel nostro cuore un seme di S.Francesco come vocazione e comunità.
Francesco fu un uomo che incontrò Dio e ebbe un’esperienza con Gesù Cristo talmente forte che fu capace di spogliarsi di tutto e di tutti per abbandonarsi a Dio, nella lode, nella preghiera, nel servizio ai più bisognosi.Quindi questa chiamata forte, questo offrirsi radicalmente a Gesù Cristo, ci parlò e ci parla molto anche oggi nella nostra camminata.
Il Santo ha una speciale influenza nella formazione della Comunità, per esempio: l’attitudine stessa di S.Francesco davanti a suo Padre, al vescovo e a tutta la città di Assisi di togliersi i vestiti come segno di spogliamento totale, di rinunciare a tutto e dire : “ d’ora in avanti mio Padre è Dio, a partire da adesso la mia vita è consacrata a Lui. Una rinuncia totale, non soltanto delle cose illecite ma anche di quelle lecite, per poter amare e servire Dio. Questo primo tocco di S.Francesco, questo spogliamento ci parla molto da vicino. La povertà che egli visse, la sua chiamata specifica fu unica per la Chiesa.
Anche molti altri si sentono chiamati in tale modo, ma nel nostro caso questo spogliamento, questa povertà del santo, ci influenza, come laici nel mondo di oggi, come comunità vocazionale laica, a vivere nello spogliamento. Spogliandoci delle cose e delle persone per poter amare e servire meglio a Dio.
Altra caratteristica di Francesco, che ci parla molto da vicino, è la lode. Egli fu un uomo che visse una dimensione di lode a Dio in maniera tutta speciale, con tutto il suo essere, il suo corpo, la sua anima! La sua preghiera si riassume in una lode eterna a Dio e attraverso essa, egli entrò in una armonia profonda con il Padre, con gli uomini e la natura.
Molto importante nella vita di S.Francesco, fu la preghiera. Lui non la visse con mediocrità, ma riuscì a stare in intimità con Dio profondamente. Tutta questa dimensione di immergersi nel Signore, di avere tempo da dedicargli, di contemplarlo, si riflette nella chiamata di Dio che ci fa vivere e sentire profondamente tutto questo.
Oltre la profonda preghiera, la sua vita nella Chiesa, la chiamata fatta in quel tempo, fu molto interessante. Egli visse nell’epoca di Papa Innocenzo III, periodo nel quale la Chiesa ebbe più potere temporale e molte ricchezze. Il Papa esercitava il suo dovere di pastore e allo stesso tempo, quello di imperatore. Al culmine del potere temporale della Chiesa, nasceva Francesco di Assisi, un uomo che rinunciò a tutto e che inizialmente non fu capito e per questo perseguitato fino ad essere rifiutato, ma che nonostante tutto ebbe sempre l’attitudine di fedeltà e di obbedienza alla chiamata che Dio gli fece.
Seguendo il cammino di obbedienza alla Chiesa e allo stesso tempo di fedeltà alla chiamata di Dio, S.Francesco portò avanti la sua opera, che fu strumento di rinnovamento della Chiesa. Anche noi ci sentiamo chiamati a vivere come mezzo di rinnovamento. La Chiesa si sta sempre rinnovando e lo Spirito suscita continuamente delle opere rinnovatrici all’interno di essa, come suscitò S.Francesco ad Assisi e oggi suscita lo Shalom a Fortaleza e in varie città del Brasile.
Sentiamo che il Rinnovamento Carismatico è un’opera che Dio suscita all’interno della Chiesa per il cambiamento della stessa. Come Shalom, in modo speciale, anche noi ci consideriamo laici in mezzo al mondo, chiamati a essere segnali di questo rinnovamento! Ascoltiamo questo appello come S.Francesco, che spesso non fu capito, a volte addirittura perseguitato, ma siamo desiderosi di servire la Chiesa nell’obbedienza e allo stesso tempo nella fedeltà alla chiamata che Dio ci ha fatto. Camminando così, egli seppe realizzare il suo dovere. Anche noi vogliamo essere in grado di fare la nostra parte in questo momento.
Ci fu un Concilio con Papa Innocenzo III al quale Francesco partecipò. Il Papa dichiarò che il segnale degli eletti era un Tau e che tutti quelli che lo avessero portato , avrebbero camminato con la garanzia della salvezza. All’udire queste parole, S.Francesco si mise il Tau al collo e non se lo tolse più. Per questo motivo il simbolo si trasformò nel segno francescano.
La Comunità ha una relazione con il Tau francescano, in quanto la nostra chiamata, la nostra vocazione, porta un pò della missione di Francesco. Noi crediamo che il simbolo è un segno degli eletti che Dio chiama ad esercitare una missione. Siamo coscenti di questo e vogliamo dire “si” a questa chiamata, a questa elezione che Dio ci fa. A seguito dell’influenza di Francesco, il Tau è un segno di elezione anche per noi e il mondo.
Normalmente la maggior parte di noi, lo usiamo esponendolo fuori della camicia perchè sentiamo che così facendo possiamo dare una maggore testimonianza nel mondo, non semplicemente come un’opera esteriore, ma a volte, le cose esteriori sono il simbolo di ciò che abbiamo dentro il nostro cuore. Quindi il Tau che portiamo con la scritta Shalom in ebraico, traduce la nostra missione, come eletti di Dio, a portare questo Shalom di Dio per il mondo.
È molto comune che le persone ci identifichino quando vedono il Tau. Sentono un segnale di sicurezza, che possono avere un consiglio, una parola di Dio per il proprio cuore. Quindi questa è la relazione che abbiamo con il Tau Francescano: l’influenza di Francesco e allo stesso tempo, la caratteristica propria della nostra missione nel mondo.
Francesco cercò di essere imitatore di Gesù Cristo, vivendo tutto nella radicalità. Uno degli ordini fondamentali che Gesù diede ai suoi apostoli fu “ ANDATE e EVANGELIZZATE. ANDATE E FATE DISCEPOLI IN TUTTE LE NAZIONI”. Francesco prese tutto sul serio e per questo la spiritualità Francescana deve “ANDARE” e “ PORTARE” a tutti i popoli l’annuncio di Gesù Vivo. Anche noi, come lui, desideriamo corrispondere all’appello di Gesù, all’appello di ANDARE e EVANGELIZZARE.
Quando abbiamo cominciato questa opera di Dio, Egli ci parlò attraverso una parola profetica, che voleva costruire un grande monumento per la sua gloria. Nonostante tutta la nostra debolezza e i peccati, nostro Padre, voleva che fossimo “luce delle nazioni”. Per questo noi ci sentiamo consacrati da Dio per diffondere le grazie che lui ha versato all’interno della nostra camminata, della nostra vocazione, della nostra comunità. Sentiamo questo forte richiamo del Signore a essere missionari. Noi non abbiamo la dimora eterna qui, abbiamo una forte tendenza a vivere stabilmente, ma sentiamo che Dio non desidera questo da noi. Lui vuole che siamo pellegrini annunciatori del suo Vangelo e per questo che noi, come vocazione, abbiamo realizzato delle missioni in varie aree del Brasile. Abbiamo diffuso questa vena missionaria, ma non solo come missioni di persone inviate che vanno e vengono, ma anche come comunità evangelizzatrici che Dio ci chiama a formare.
Francesco fu un uomo totalmente pieno di Spirito Santo e se dobbiamo indicare un modello carismatico, possiamo tranquillamente puntare su di lui. La sua attitudine alla lode era impressionante tanto che se avesse vissuto in questi tempi, sicuramente avrebbe fatto parte del Rinnovamento Carismatico e sofferto le stesse critiche che il movimento subisce. Le persone che criticano il Rinnovamento perchè i suoi membri si inginocchiano in modo esagerato o per qualche altro motivo, ora starebbero parlando male del santo che aveva questa attidune nel vivere la propria fede.
Egli era considerato un pazzo, ma un pazzo di amore per Gesù Cristo. Molte volte anche il Rinnovamento è considerato un movimento composto da un branco di persone folli. Ed è vero ! Un gruppo di folli innamorati di Gesù Cristo.
Direi che oggi nella Chiesa, il Rinnovamento, così come altri movimenti o vocazioni, si identifica molto con la missione di S.Francesco. Lui fu tutto questo all’interno della Chiesa aiutandola a rinnovarsi. Anche noi, come Rinnovamento, con molta umiltà, con lo Spirito di obbedienza e allo stesso tempo con lo Spirito di fedeltà, dobbiamo esercitare lo strumento di rinnovamento.
Generalmente sentiamo dire che “San Francesco è luce di Dio per il mondo“ ed è molto interessante vedere che il nome della nostra vocazione, è lo stesso della nostra missione “Shalom”, ossia, portare questa pace piena che il Vangelo ci annuncia. La pace non è un semplice sentimento, ma è la pace piena, cioè, tutte le benedizioni spirituali, materiali, psicologiche, umane, che Dio ha preparato per noi. È la sua salvezza, lo stesso Gesù Cristo. Vogliamo dire che Gesù è lo Shalom del padre per il mondo, ma allo stesso tempo San Francesco fu un segnale di questo Shalom. Se vediamo le sue preghiere , la sua spiritualità, scopriamo quello che lui voleva di più: “ Signore fai di me uno strumento della tua pace “. Francesco fu un uomo che seppe imitare Gesù Cristo in modo così radicale che potè possedere questa armonia, questo Shalom di Dio nel proprio cuore, questa pace.
Visto che imitò pienamente Gesù Cristo, Francesco ha molto da dirci, principalmente come una guida che ci insegni a vivere il cammino con Gesù , lo Shalom del Padre e annunciarlo con Cristo nel mondo.
É totalmente possibile vivere tutto questo in qualsiasi posto. Se Francesco fosse nato nel xx secolo come avrebbe vissuto il vangelo e Gesù Cristo ? Non possiamo rimuovere la realtà francescana dal tempo e dallo spazio che ella visse. Per questo oggi, nel mondo, come vivrebbe Francesco ? Oggi , Dio come vorrebbe che egli vivesse ? Perchè io non sono Francesco di Assisi, io sono Moysés, tu sei tu e Dio ha una missione pronta per essere da noi realizzata nel mondo.
Questa è la grande sfida: non essere uguali a Francesco, ma in realtà essere come Dio vuole, in qualsiasi parte del mondo.
Moysés Azevedo