Formazione

Capodanno: danziamo insieme!

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tumblr_lsntj67UF41qi23vmo1_500_large“Tutto ha il suo tempo e la sua occasione”, dice il Qoelet. “Ogni cosa”, secondo altre traduzioni, “ha un tempo sotto il sole”. L’autore continua a ripetere le parole, senza alcuna fretta, creando nella sua narrativa un ritmo che in se stesso esprime il significato del testo: ogni cosa ha il suo tempo, ogni cosa ha il suo ritmo.
“Tempo di nascere, tempo di morire;
tempo di seminare, tempo di raccogliere;
tempo di distruggere, tempo di costruire;
tempo di piangere, tempo di ridere;
tempo per il lutto, tempo per ballare;
tempo di abbracciare, tempo di separarsi;
tempo di cercare, tempo di perdere;
tempo di stare il silenzio, tempo di parlare;
tempo di amare, tempo di odiare;
tempo di guerra, tempo di pace.
Ogni fine d’anno possiamo pregare con questo brano. Come ho vissuto i tempi che il Signore mi ha donato? Come ho percorso i miei passi alla luce della saggezza di Colui che segna il ritmo della vita, di tutto quello che esiste sotto il sole, compreso me stesso? Chi è nato? Chi è morto? In cosa sono nato? In cosa sono morto? Cosa ho seminato? Cosa ho raccolto? Cosa ho distrutto? Per cosa ho pianto? Per cosa ho riso? Come ho vissuto il lutto e la danza? Chi ho accolto? Da chi mi sono lasciato? Chi ho lasciato andar via?
Come ho parlato? Come sono rimasto in silenzio? Perché sono rimasto in silenzio? Cosa ho detto? Come l’ho detto? Perché ho parlato?
Ho odiato? Ho fatto la guerra? In questo caso, avrei perso il mio ritmo, il mio tempo. Avrei gettato via in cose inutili i tempi che il Signore mi ha donato. Non avrei seguito Colui che segna il ritmo della vita, compresa la mia. Avrei ucciso, e sarei morto. Avrei seminato, senza raccogliere. Avrei distrutto. Se avessi riso, sarebbe stata una farsa. Se avessi pianto, sarebbe stato per il disgusto. Se avessi ballato, sarei stato grottesco. Se avessi accolto, lo avrei fatto solo per me stesso. Ho allontanato da me tutto e tutti. Se avessi odiato, le mie parole avrebbero distrutto, il mio silenzio sarebbe stato omissione, falsa protezione per me stesso.
Ho amato? In questo caso avrei promosso la pace, incontrando il ritmo sano della vita, il tempo interiore conosciuto solo da chi ama. Avrei approfittato del tempo donatomi dalla Provvidenza. Avrei danzato, felice ed equilibrato, condotto da Dio nei valzer, i notturni, le barcarole, le polche e le mazurche, al ritmo di Colui che segna ogni vita, tutta la vita, la mia e anche la tua. Avrei danzato con tutta la creazione, con Dio e con i fratelli. Mi sarei lasciato condurre dal Cavaliere più esperto. Sarei nato e avrei dato la vita. Avrei seminato e raccolto. Avrei distrutto ciò che è male, e colto la bellezza, il bene, la verità. Avrei riso, felice nell’accoglienza del mio fratello, della vita, delle circostanze della vita, nella lieta rinuncia che viene dall’amore. Amando, avrei danzato facendo piroette, fiducioso e tranquillo, custodendo nel mio cuore i segreti dell’amore.
Se invece abbiamo a volte amato e a volte odiato, siamo poveri peccatori, imperfetti, umani. Semplicemente, avremmo vissuto. Avremmo raccolto i frutti del nostro odio, così come del nostro amore.
Siamo tuttavia assolutamente certi di una cosa: l’amore del Padre in ogni circostanza. La salvezza del Figlio è stata con noi ogni giorno dell’anno. L’azione santificatrice dello Spirito è stata disponibile in ogni momento. Creatore e creatura danzano insieme, come padre e figlia ad una festa, come due sposi al matrimonio, circondati da migliaia, milioni, miliardi di altri simili.
Siamo giunti alla fine di un altro anno nella nostra bella sinfonia che è la nostra vita. Dobbiamo rivederla nuovamente, serenamente, ripensando ai dettagli perduti nella fretta, nell’emozione degli eventi. Rivediamo ogni elemento della nostra musica, dagli assolo alle legature alle pause improvvise.
Inizia una nuova pagina dello spartito. Quanto riusciremo a tenere il ritmo? Quali temi ripeteremo? Quali nuove tonalità adotteremo? Quali frasi musicali saranno rilette, ricreate? Quali nuovi strumenti entreranno nell’orchestra? Quale tipo di interpretazione gli daremo? Quali passi di danza inventeremo? Como rileggeremo il tutto passo dopo passo?
Solo Dio lo sa! In questo risiede la nostra tranquillità, la nostra fiducia. Non conosciamo cosa verrà, ma dai temi, dalle frasi, dall’armonia e dal ritmo, dai toni che già conosciamo, sappiamo che la nostra composizione riuscirà piacevole se toccata a quattro mani. Il ritmo a volte sincopato, combinerà nuove soluzioni. Il tempo nel suo andamento tradizionale evocherà la quotidianità, che anch’essa contiene una sua bellezza. Le note che scivolano via saranno la preghiera. Quelle che restano nella memoria, la contemplazione. Quelle che segnano la base musicale, la nostra determinazione. Quelle che disegnano la melodia, la nostra inventiva.
Dio lo sa, Dio lo sa! Non lasciamoci sedurre dalla proposta di una vita fatta di momenti frenetici. Sia invece frenetico, senza misura il nostro ritmo di evangelizzazione, di amore: Gesù ha sete, ha fretta. Il ritmo interiore, invece, sia il ritmo segreto, fiducioso, saggio, paziente di Maria. Dio lo sa! Dio lo sa! Tutto passa, Dio resta! Per ogni cosa c’è un tempo sotto il sole. Non abbiamo paura! Dio lo sa! Dio lo sa!
In questo anno, Dio ci conceda di danzare tranquilli, al ritmo interiore del mistero della vita.

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