Nella catechesi all’udienza generale di oggi Papa Francesco è tornato a parlare dell’Anno Santo appena cominciato, proponendo all’attenzione dei fedeli, raccolti in Piazza San Pietro, due segni centrali del Giubileo e cioè la Porta Santa e la Confessione. Francesco ha sottolineato quanto è difficile a volte perdonare ma, ha detto, se ci apriamo alla misericordia di Dio a nostra volta diventiamo capaci di perdono.
“Il Giubileo è in tutto il mondo, non soltanto a Roma”, anche se Roma è il segno visibile della comunione universale che deve diventare sempre più intensa “perché la Chiesa sia nel mondo segno dell’amore e della misericordia del Padre”. Papa Francesco ricorda che in tutte le diocesi, nei santuari e nelle cattedrali, si è aperta una Porta Santa a cominciare da quella spalancata da lui stesso a Bangui, nel cuore dell’Africa:
“Ho desiderato che questo segno della Porta Santa fosse presente in ogni Chiesa particolare, perché il Giubileo della Misericordia possa diventare un’esperienza condivisa da ogni persona”.
La misericordia e il perdono non devono rimanere però belle parole, dice Francesco, ma realizzarsi nella vita quotidiana:
“Amare e perdonare come Dio ama e perdona. Questo è un programma di vita che non può conoscere interruzioni o eccezioni, ma ci spinge ad andare sempre oltre senza mai stancarci, con la certezza di essere sostenuti dalla presenza paterna di Dio”.
Le diverse Porte Sante sono vere Porte della Misericordia, afferma, e la Porta indica Gesù stesso. Attraversare la Porta Santa è il segno della nostra fiducia nel Signore Gesù che non è venuto per giudicare, ma per salvare:
“State attenti, eh?, che non ci sia qualcuno un po’ svelto o troppo furbo che vi dica che si deve pagare: no! La salvezza non si paga. La salvezza non si compra. La Porta è Gesù e Gesù è gratis! E la Porta, Lui stesso, abbiamo sentito, che parla di quelli che fanno entrare non come si deve, e semplicemente dice che sono ladri e briganti. Ancora, state attenti: la salvezza è gratis”.
Quando attraversiamo la Porta Santa, continua Francesco, è bene ricordare che dobbiamo tenere spalancata anche la porta del nostro cuore, per non escludere nessuno. Neppure quello o quella che ci dà fastidio. E davanti alla Porta Santa dobbiamo chiedere: “Signore, aiutami a spalancare la porta del mio cuore!”.
Un segno importante del Giubileo è anche la Confessione, ricorda il Papa. Accostarsi a questo Sacramento “è trovare il Padre che perdona” e comprende tutto. Tanto da fare festa in Cielo quando ci riconosciamo peccatori. Perdonare non è però facile, riconosce: il vicino, il compagno di lavoro, la vicina, la suocera, la cognata … Non riesco a perdonare. Con le nostre sole forze non ce la possiamo fare, se però, conclude Francesco, ci apriamo ad accogliere la misericordia di Dio per noi, a nostra volta diventiamo capaci di perdono:
“E anche tante volte io ho sentito dire: ‘Ma a quella persona io non la potevo vedere: la odiavo. Ma un giorno, mi sono avvicinato al Signore e Gli ho chiesto perdono dei miei peccati, e anche ho perdonato quella persona’. Queste sono cose di tutti i giorni. E abbiamo vicino a noi questa possibilità”.
Al termine della catechesi Papa Francesco ha salutato i fedeli nelle diverse lingue. Rivolgendosi ai pellegrini sloveni ha detto di voler far giungere, tramite loro, il suo apprezzamento all’intera Chiesa slovena per l’impegno in favore della famiglia, incoraggiando tutti, specialmente quanti hanno responsabilità pubbliche, a sostenere la famiglia, struttura di riferimento del vivere sociale.