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Una forte testimonianza di fede di una famiglia della Comunità di Alleanza Shalom

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“Sono sposato con Denise da 8 anni, e noi abbiamo una figlia di 2 anni e mezzo, ha detto Tancredo. Lui e Denise, sua moglie, sono entrambi membri della Comunità di Alleanza, con Promesse Definitive. Circa 4 anni fa abbiamo iniziato un lungo processo di adozione, dal momento che non potevamo avere figli naturali per problemi di salute. E’ stato Dio che, già da prima che ci sposassimo, ha messo nei nostri cuori questo desiderio che è cresciuto nel tempo”, ricorda Tancredo. “ Il 31 luglio 2014 abbiamo ricevuto dei fogli esplicativi per l’adozione e da quel momento in poi abbiamo iniziato a visitare orfanotrofi alla ricerca di un bambino da adottare.

Il 1 agosto ho perso il lavoro nell’azienda in cui lavoravo da 14 anni. Sono sorte alcune preoccupazioni su come saremmo potuti andare avanti con l’adozione in queste condizioni. Abbiamo pregato Dio che ci ha detto di continuare a camminare con la Sua Provvidenza che non ci avrebbe abbandonato. Sembrava una contraddizione ma Dio ci stava chiedendo di andare avanti.

Tancredo ricorda che in quello stesso mese aveva partecipato ad un ritiro spirituale della Comunità in cui attraverso la voce di Emmir Nogueira, co-fondatrice della Comunità Cattolica Shalom, Dio gli ha detto: “ Molte volte Dio ci prova attraverso cammini contraddittori”. “ Ho conservato fortemente quella frase  nel mio cuore” ha detto, “ e l’ho condivisa con mia moglie. Ci siamo messi in preghiera con i nostri direttori spirituali che hanno confermato il nostro cammino e ci hanno veramente incoraggiato ad andare avanti. Ad ogni passo, l’accompagnamento spirituale che ci hanno dato è stato molto importante e sono stati di fatto la Voce di Dio durante le nostre lotte e i nostri conflitti. All’inizio del processo, abbiamo pensato di adottare un bambino.

Nonostante ciò, tra il bisogno e la necessità, abbiamo iniziato a cercare bambini  tra i 3 e i 5 anni. A quel tempo avevo già cominciato a richiedere il sussidio di disoccupazione e l’ultimo stipendio era stato a Marzo 2015. Ho inviato il mio curriculum, ma non ho ricevuto risposta.

Tancredo e sua moglie hanno ricevuto una chiamata da un’altra membra della Comunità, che era responsabile per l’orfanotrofio della Comunità a Sobral, una città nello stato del Cearà, lal quale li informava che c’era un bambino di 1 anno disponibile per l’adozione. “ Avevamo appena iniziato la novena San Giuseppe chiedendo la Sua Provvidenza e lei ci ha chiamato. Abbiamo portato tutto ciò ai nostri formatori e anche loro ci hanno confermato.

Siamo andati fino al Tribunale Minorile a Sobral per accogliere il bambino che avevamo visto solo in foto. E’ in quel momento che mi sono reso conto dell’angoscia che San Giuseppe deve aver provato quando ha preso con sé Maria – sembrava una contraddizione prendere con sé un figlio che non era il proprio-. La mia fede è passata attraverso il deserto ma Dio camminava al mio fianco. Abbiamo visto i Suoi segni che ci davano conferme, anche di fronte a tante sfide, anche al momento di riaprire il processo nel presentare i documenti al Tribunale minorile di Sobral”.

Col biglietto comprato per il 12 marzo 2015, Tancredo ricorda che loro non avevano ancora niente per il bambino. “ Abbiamo pregato in una chiesa a Petropolis. Nel giro di pochi giorni ci avevano già chiamato per dare una formazione in un ritiro spirituale durante il Carnevale. Una coppia ci ha avvicinati e ci ha dato dei soldi per comprare un regalo per il bambino. Era Dio che cominciava a mostrare la Sua Provvidenza. Poco dopo, un’altra coppia ci ha dato una culla nuova. In questo modo abbiamo ricevuto il necessario per la stanza del bambino. Avevamo programmato di comprare il nostro biglietto e di stare da un’altra coppia della comunità che aveva anche un corredino per il bambino. Siamo arrivati a Sobral il 15 marzo, durante la settimana in cui si prega la novena a San Giuseppe, che è Santo Patrono dello stato del Cearà. Proprio nel giorno successivo abbiamo portato con noi nostra figlia, nella casa dove eravamo ospiti”.

Tancredo e la sua famiglia sono tornati a Rio de Janeiro il 20 marzo. Il giorno seguente, la loro cellula comunitaria ha organizzato una festa, invitando familiari e amici. Hanno celebrato insieme la gioia dell’arrivo di Ana Isabel. “ Come se non fosse abbastanza, ho ricevuto due offerte di lavoro. Una di queste era quella di lavorare come rappresentante commerciale per l’Agenzia Stampa Shalom a Rio de Janeiro, dove lavoro tuttora. Mia moglie è rimasta in maternità per 8 mesi ed il mio lavoro come rappresentante commerciale mi permetteva di lavorare da casa. Sono potuto stare più vicino alla mia famiglia, condividendo il nuovo tempo che Dio ci dava da vivere insieme”.

Il nuovo e felice papà aggiunge che, nonostante le sfide affrontate, loro non hanno smesso di fare la loro comunione di beni, ed è stato ciò a permettere che la gratitudine crescesse nei loro cuori.

“ Benedetto sia Dio che non ci ha fatto mancare niente! San Giuseppe prega e provvedi per noi!”

 


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