Igreja

Celebrazione e conferimento dei Pallii nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo

Papa Francesco ha presieduto l’Eucaristia celebrata nella Basilica di San Pietro oggi, 29 giugno, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, alla quale era presente il nostro fondatore, Moysés Azevedo.

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In questa solenne celebrazione il Santo Padre ha consegnato i pallii a 42 arcivescovi metropoliti nominati da Sua Santità negli ultimi 12 mesi e provenienti da diverse parti del mondo, come Brasile, Portogallo, Germania e Cile, Paesi in cui la Comunità Shalom ha una presenza missionaria.

Il Pallio, che il Papa benedice tradizionalmente il 21 gennaio, festa di Sant’Agnese, è il simbolo del “Buon Pastore” e della fedeltà e obbedienza degli Arcivescovi alla Chiesa romana.

Tra i presuli presenti all’Eucaristia e che hanno ricevuto il Pallio c’erano anche quelli brasiliani: L’arcivescovo Gregório Paixão, di Fortaleza, la diocesi dove la Comunità è nata nel 1982; l’arcivescovo Carlos Alberto Breis Pereira, di Maceió; l’arcivescovo João Santos Cardoso, di Natal e l’arcivescovo Josafá Menezes da Silva, di Aracajú.

Erano presenti anche il Patriarca di Lisbona, Mons. Rui Manuel Sousa Valério; Mons. Fernando Chomali, Arcivescovo di Santiago del Cile e D. Udo Markus Bentz, Arcivescovo di Paderborn.

“ROMA, CITTÀ DALLE PORTE APERTE”

Riferendosi alla liturgia e guardando al Giubileo del 2025, il Santo Padre ha citato San Pietro e San Paolo come esempi di vite “liberate” e trasformate da Cristo, che ha aperto le porte affinché Pietro potesse lasciare il carcere e ha trasformato anche il cuore di Saulo in un grande evangelizzatore.

“Mentre ci prepariamo ad aprire la Porta Santa, questo messaggio è anche per noi. Anche noi abbiamo bisogno che il Signore apra le porte del nostro cuore, a volte bloccate dalla paura, chiuse dall’egoismo, sigillate nell’indifferenza o nella rassegnazione”, ha detto Francesco, che ha anche inviato un messaggio a tutta la città di Roma:

“Contemplando i Santi Patroni di questa città, siamo anche chiamati a sognare Roma come una “città dalle porte aperte”. Dobbiamo coltivare il desiderio di una città che non abbia bisogno di chiusure difensive, ma di porte che si aprano alla speranza, al futuro, alla concordia, a uno sviluppo integrale che includa tutti. Sogniamo e costruiamo Roma come un luogo dalle porte aperte, abitabile e accessibile a tutti; un luogo accogliente, dove tutti possano sentirsi a casa e nessuno sia escluso o emarginato”.

Riferendosi agli arcivescovi metropoliti, ha ricordato loro la chiamata a essere pastori diligenti che aprono le porte del Vangelo e con il loro ministero contribuiscono a costruire una Chiesa e una società dalle porte aperte.

Il Sommo Pontefice ha inoltre rivolto un saluto speciale alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli presente alla celebrazione, dedicando al termine della stessa un momento di preghiera congiunta davanti alle spoglie di San Pietro come simbolo di unità e comunione tra tutti i cristiani.

“IL PAPA È PER NOI UNA FONTE DI AMORE E DI GRAZIA”

Per il nostro Fondatore, Moysés Azevedo, questa celebrazione è stata un momento di comunione e di unità: “Per noi, come carisma, è una grande grazia essere con i nostri arcivescovi, brasiliani e di altre parti del mondo, che hanno la Comunità nelle loro diocesi e ricevono il Pallio. Ancora di più per noi perché siamo nati ai piedi di Pietro”.

“Il Papa per noi è una fonte di affetto, di grazia, di amore. Essere qui, in questa celebrazione, è mettere ancora una volta il dono, il carisma, ai piedi del successore di Pietro, sapendo che tutto ciò che facciamo è in vista dell’evangelizzazione dei popoli, è missione, è comunione con la Chiesa, vivere e servire con la Chiesa alla luce di questo carisma”.


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