Ispirati dalla citazione di San Tommaso di Aquino “È meglio illuminare gli altri che brillare solo per se stessi” sabato 11 giugno una trentina di missionari della Comunità Cattolica Shalom hanno organizzato “Stelle sulla Terra” una veglia di evangelizzazione nel quartiere San Lorenzo, a Roma. Dalle 22 alle 4 di mattina si sono susseguiti momenti di preghiera, adorazione ed intercessione con circa duecento partecipanti, la maggior parte giovani, che si sono avvicinati spontaneamente ai missionari.
L’evento è iniziato in Piazza dell’Immacolata, nel cuore del quartiere, con l’invito a tutti i passanti ad entrare nella Chiesa Di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchman che con le sue porte spalancate si affaccia sulla piazza, affinché le persone potessero entrare, accendere una candela e fare una preghiera, accolti dai missionari.
Lo studente di medicina Bruno Maria Jovele (20), uno dei giovani volontari di quella serata, racconta che all’inizio non sapeva bene come riuscire a richiamare l’attenzione dei giovani che si trovavano in piazza. Sorprendentemente, l’apertura delle porte della chiesa è subito diventata un motivo di attrazione data l’ insolita attività in una fascia oraria inusuale.
Tale evento infatti ha incuriosito Danny, studente, che voleva capire cosa stava succedendo lì insieme ad alcuni amici: “Non mi aspettavo di trovare una chiesa aperta di sabato sera alle due, è stato veramente bello, ci ha fatto tornare a pregare. Se ci fosse ancora questa possibilità tornerei perché mi sono sentito molto a mio agio, tranquillo ed anche a livello spirituale, un po’ commosso”, racconta Danny.
“La cosa più bella della serata è stato vedere come tutti loro entravano con un volto e dopo aver ricevuto preghiera, uscivano con uno sguardo completamente rinnovato. In particolare, ognuno di loro ha potuto fare un’esperienza unica e personale con l’amore di Dio. Aiutare gli altri a conoscere l’amore di Dio è un qualcosa che ti cambia, ti migliora la vita”, riflette Bruno.
Un altro passante che si è aggiunto alla veglia è stato Vasco di 23 anni che descrive l’esperienza di preghiera comunitaria come molto particolare: “Vedere tutte quelle persone all’interno della chiesa ora tarda, essere uniti come comunità, pregando insieme, non riuscirei a spiegare a parole ma è stata un’esperienza forte”, afferma Vasco.
Secondo il racconto dell’insegnante e missionaria Sara Ferretti (32), c’erano diverse persone che si avvicinavano al gruppo della veglia in un flusso continuo: “Alcune persone mi hanno chiesto semplicemente un abbraccio, altre mi hanno stretto la mano, ho sentito veramente la presenza di Dio e dello Spirito Santo in mezzo a noi”, testimonia Sara.
Inoltre, Maria Chiara Panizzi (21), studentessa di scienze del servizio sociale, afferma che durante la serata ha sentito dire molte volte dai giovani che erano scettici riguardo alla spiritualità. Dopo qualche chiacchiera e preghiera, secondo lei, si poteva vedere chiaramente che questi stessi giovani erano stati colpiti in modo molto positivo:“Tutti cercano la felicità e penso che in quella serata molti ne hanno sperimentata una diversa. Anche quelli che sono entrati con i cocktail in mano, pensavano che lì si potesse provare qualcosa di grande, che aveva il sapore di quella felicità tanto ricercata, e penso ne siano usciti rinnovati. Tanti che erano entrati per primi hanno incoraggiato gli altri che erano fuori a raggiungerci dentro la chiesa per ricevere anche loro una preghiera”, racconta ancora Maria Chiara.
Riportiamo, poi, la testimonianza dell’ingegnere informatico Niccolò, secondo cui la veglia è stata la prima occasione per lui di interfacciarsi con membri della Chiesa in modo amichevole: “A me piace molto la condivisione di idee, nonostante io la pensi in modo totalmente diverso, l’ho apprezzato, siamo riusciti ad avere un dialogo molto stimolante”, sottolinea Niccolò.
Padre Edie Bethlem, responsabile locale della Comunità Cattolica Shalom a Roma, racconta che è stato veramente stupito dalla presenza di tanti giovani durante la serata, e soprattutto, per il modo in cui la preghiera ha colpito i presenti.
“Quando Rafaela (missionaria della comunità) ha contato il numero delle candeline appoggiate sulla balaustra e ha detto che alla fine ce ne erano esattamente 153, ci siamo guardati e detti: ‘I 153 grossi pesci della pesca miracolosa!’. Non tutti hanno acceso la candela, ma quasi tutti hanno ricevuto preghiera. Vedevamo i volti dei giovani che entravano nella chiesa in un modo e uscivano sorridenti, positivamente sconvolti dal potere della preghiera”, conclude.
Comunità Shalom
La Comunità Cattolica Shalom è un’ Associazione Privata Internazionale di Fedeli, con personalità giuridica, riconosciuta dalla Santa Sede con il decreto del giorno 22 febbraio del 2007, insieme all’allora Pontificio Consiglio per i Laici (le cui competenze e funzioni attualmente sono assunte dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita). Nella stessa data, nel 2012, i suoi statuti hanno avuto la loro approvazione definitiva.
Presente in decine di paesi del mondo, la Comunità Cattolica Shalom è formata da uomini e donne che, nella diversità di forme di vita presenti nella Chiesa, si impegnano in una vita comunitaria e missionaria con lo scopo di portare il Vangelo di Gesù Cristo a tutti gli uomini e donne, specialmente quelli lontani da Cristo e dalla Chiesa.
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