La riforma della Curia “non è fine a se stessa”, ma un mezzo per “dare una forte testimonianza cristiana”. E’ quanto affermato da Papa Francesco all’apertura del Concistoro, nell’Aula Nuova del Sinodo, sullo stato dei lavori del gruppo C9 per l’elaborazione di una nuova Costituzione Apostolica. Il Papa ha ringraziato la Commissione dei nove cardinali per il lavoro che stanno svolgendo e in particolare il coordinatore, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga e il segretario dell’organismo, mons. Marcello Semeraro. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal cardinale decano Angelo Sodano.
“Come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme”. Papa Francesco ha aperto il Concistoro riprendendo le parole del Salmo per mettere l’accento sullo spirito di comunione e collegialità ed ha subito rivolto un cordiale saluto ai 20 nuovi porporati che riceveranno la berretta cardinalizia sabato prossimo.
Riforma Curia: assoluta trasparenza e collegialità
Entrando così nel tema del Concistoro, il Papa ha evidenziato che al Collegio cardinalizio viene presentata la “sintesi” di un lavoro svolto per elaborare una nuova “Costituzione apostolica per la riforma della Curia”, testo che ha tenuto conto di “tanti suggerimenti, anche da parte dei capi e dei responsabili dei dicasteri, nonché degli esperti in materia”:
“La meta da raggiungere è sempre quella di favorire maggiore armonia nel lavoro dei vari dicasteri e uffici al fine di realizzare una più efficace collaborazione in quell’assoluta trasparenza che edifica l’autentica sinodalità e la collegialità. La riforma non è fine a se stessa, ma un mezzo per dare una forte testimonianza cristiana; per favorire una più efficace evangelizzazione; per promuovere un più fecondo spirito ecumenico; per incoraggiare un dialogo più costruttivo con tutti”.
Serve tempo e collaborazione di tutti per una vera riforma
“La riforma, auspicata vivamente dalla maggioranza dei cardinali nell’ambito delle Congregazioni generali prima del Conclave – ha rammentato il Pontefice – dovrà perfezionare ancora di più l’identità della stessa Curia Romana”. Identità che si sostanzia nel “coadiuvare il Successore di Pietro nell’esercizio del suo supremo ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari”:
“Esercizio col quale si rafforzano l’unità di fede, la comunione del popolo di Dio e si promuove la missione propria della Chiesa nel mondo. Certamente raggiungere una tale meta non è facile: richiede tempo, determinazione e soprattutto la collaborazione di tutti. Ma per realizzare questo dobbiamo innanzitutto affidarci allo Spirito Santo, che è la vera guida della Chiesa, implorando nella preghiera il dono dell’autentico discernimento”.
“Con questo spirito di collaborazione – ha concluso Francesco – inizia il nostro incontro, che sarà fecondo grazie al contributo che ciascuno di noi potrà esprimere con parresía, fedeltà al Magistero e consapevolezza che tutto ciò concorre alla legge suprema”, ossia alla “salvezza delle anime”.
Radio Vaticana