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Conosci Luigi e Maria, una coppia normale e (santa!)

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minfami3Avete già sentito parlare di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi? Forse no… Forse non sapete nemmeno che esiste una coppia di sposi nella Chiesa, in processo di canonizzazione. E’ così infatti: Luigi e Maria sono stati la prima coppia di sposi beatificati insieme, da Giovanni Paolo II, il 21 ottobre 2001.
Nella storia della Chiesa si è trattato di un avvenimento inedito. Una coppia di sposi del XX secolo dichiarata beata, con i figli presenti alla cerimonia di beatificazione dei genitori, tra cui due sacerdoti che concelebrarono con il Papa la messa, nella stessa Chiesa dove Luigi e Maria si erano donati reciprocamente nel matrimonio, cento anni prima.
Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi sono stati beatificati nello stesso giorno in cui venti anni prima la Chiesa vide la pubblicazione dell’esortazione apostolica “Familiaris Consortio”, documento ancor oggi di grande attualità, che oltre ad illustrare il valore del matrimonio e dei compiti della famiglia, invita a un particolare impegno nel cammino di santità a cui gli sposi sono chiamati in forza della grazia sacramentale, “che non si esaurisce alla celebrazione del matrimonio, ma accompagna i coniugi durante tutta la loro esistenza” (FC, 56).
La vita di questa coppia è un segno vivo di quanto afferma il Concilio Vaticano II sulla vocazione di tutti i fedeli laici alla santità, specificando che i coniugi devono ricercarla nel proprio cammino. Per gli sposi la fedeltà al Vangelo e l’eroicità delle virtù furono rilevate osservando la loro vita come coniugi e come genitori.
Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi nacquero entrambi in Italia, lui a Catania, il 12 gennaio 1880, e lei a Firenze, il 24 giugno 1884. Luigi era un brillante avvocato, che culminò la sua carriera come vice-avvocato generale presso l’Avvocatura di Stato italiana. Maria corsini, nata da una famiglia nobile di Firenze, era professoressa e scrittrice, appassionata di musica. Lavorò come infermiera volontaria della Croce Rossa durante la guerra d’Etiopia e la Seconda Guerra Mondiale. Catechista, era anche impegnata in diverse associazioni caritatevoli, come l’Azione Cattolica femminile. I due si conobbero a Roma e si sposarono nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 25 novembre 1905. Ricevettero con docilità la grazia matrimoniale, che li portò a santificarsi sostenendosi l’un l’altro e accogliendo con allegria i frutti del loro amore: quattro figli a cui diedero affetto, educazione e in modo speciale una testimonianza di fedeltà e generosa carità. Non di rado i loro figli li videro accogliere in casa rifugiati di guerra e organizzare gruppi di giovani scout con i giovani dei quartieri poveri di Roma, durante il dopoguerra.
Tre dei loro quattro figli seguirono la vita religiosa: Stefania, la primogenita, divenne monaca benedettina con il nome di Maria Cecilia. Due figli si sentirono chiamati al sacerdozio: Filippo, con il nome di Tarcisio, è padre diocesano di Roma, mentre Cesare divenne monaco trappista. Quando Maria era incinta della sua ultima figlia visse un tempo di grande prova. Ebbe gravi problemi di salute e una gravidanza molto complicata, che indusse i medici a consigliarle di abortire per salvare almeno la sua vita. La possibilità di sopravvivenza per madre e figlio insieme era appena del 5%, ma Maria e Luigi preferirono rischiare e riposero tutta la loro fiducia nel Signore. Enrichetta nacque in salute e oggi ha 89 anni. Anche lei era presente alla cerimonia di beatificazione dei genitori.
Luigi morì nel novembre 1951 di un attacco cardiaco. 14 anni dopo Maria morì tra le braccia di Enrichetta, nella sua casa in montagna. Nel 1993 la sua figlia più grande, suor Maria Cecilia, si unì ai genitori.
Mentre conosciamo la vita di questa coppia, possiamo forse sorprenderci del fatto che solo dopo 2000 anni dei coniugi siano stati beatificati dalla Chiesa. Perché questa coppia è stata considerata degna di un simile riconoscimento? Tutto è di certo legato al mistero dei disegni di Dio, ma crediamo che la Chiesa viva ora un tempo di grazia speciale, per cui molte altre coppie di sposi saranno anch’essi riconosciuti santi in forma pubblica e universale, dal momento che molte lo sono già privatamente, nella loro vita quotidiana. Non dovremo necessariamente attendere secoli per questo.
Leggendo l’omelia di Giovanni Paolo II nel giorno della beatificazione, comprendiamo che il segreto della santità nella vita matrimoniale consiste nel vivere la vita ordinaria in forma straordinaria. Luigi e Maria, tra le gioie e le preoccupazioni di una famiglia normale, che tutti gli sposi conoscono molto bene, seppero condurre un’esistenza ricca di spiritualità. Vivevano l’Eucaristia quotidiana, così come la devozione alla Vergine Maria, che la famiglia, consacrata al Sacro Cuore di Gesù, pregava ogni sera il Rosario. Non mancavano momenti di divertimento e sport. Alla famiglia piaceva trascorrere le ferie in montagna o al mare. La loro casa era sempre aperta ai molti amici e a chi bussava alla loro porta chiedendo aiuto.
Maria diceva dei figli: “Educhiamoli nella fede, perché conoscano e amino Dio”. Gli stessi figli ricordano che la vita familiare era segnata dal senso del soprannaturale. “Un aspetto che caratterizzava la nostra vita in famiglia”, ricorda il figlio maggiore, era il clima di normalità che i nostri genitori avevano suscitato, nella ricerca quotidiana dei valori trascendenti. Non avrei mai immaginato che i miei genitori sarebbero stati proclamati santi dalla Chiesa, ma posso affermare con sincerità che sempre ho percepito la loro straordinaria spiritualità. In casa si respirò sempre un clima soprannaturale, sereno e gioioso”.
Giovanni Paolo II dice anche che “Luigi e Maria vissero alla luce del Vangelo e con grande intensità umana l’amore coniugale e il servizio alla vita. Assunsero con responsabilità totale il compito di collaborare con Dio nella procreazione, dedicandosi generosamente ai figli per educarli, guidarli e orientarli nella scoperta dei loro disegni di amore. Da questo terreno spirituale così fertile nacquero vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, che dimostrano come il matrimonio e la verginità, a partire dalla comune radice dell’amore sponsale nel Signore, sono intimamente legati e si illuminano reciprocamente. Furono cristiani consapevoli, coerenti e fedeli al loro battesimo; furono persone piene di speranza, che seppero dare il giusto significato alle realtà terrene, con gli occhi e il cuore sempre rivolti verso l’eternità. Fecero della loro famiglia un’autentica Chiesa domestica, aperta alla vita, alla preghiera, alla testimonianza del Vangelo, all’apostolato sociale, alla solidarietà con i poveri, all’amicizia”.
La testimonianza di vita di Luigi e Maria ci conferma che il cammino di santità percorso come sposi è possibile e bello. E’ un cammino di felicità, anche in mezzo ai dolori e alle sofferenze quotidiane. Chiediamo al Signore la grazia, perché esistano sempre più coppie di sposi sedotte da Cristo e infiammate di Spirito Santo, che facciano trasparire, nella santità della loro vita, tutta la bellezza dell’amore coniugale manifestato attraverso il sacramento del matrimonio. Cresca così in abbondanza il numero di coniugi beatificati e canonizzati dalla Chiesa, perché gli sposi abbiano dei modelli da seguire ed intercessori da supplicare.
Andrea Luna Valim

Tradotto da Marco Mencaglia


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