Evandro, uno dei due consacrati, è in Ticino da due anni per studiare alla Facoltà di Teologia di Lugano. Ci racconta così di questo nuovo periodo della sua vita, incominciato ieri:
Nei giorni precedenti, mi è arrivata in preghiera più volte un’immagine: mi rivedevo da piccolo, durante l’infanzia. Era un periodo particolare:già allora sentivo che Dio aveva in serbo qualcosa di specifico per me; ora ne ho la conferma: era tutto vero. È una promessa che si adempie. Sembra che io abbia intrapreso un passo nuovo, ma in realtà non è che l’adempimento di una certezza che ha attraveresato tuta la mia vita, sin dagli inizi. Un momento del rito dice che il candidato sarà inchiodato alla croce di Cristo per vivere della sua risurrezione. Personalmente, non prendo la croce a partire da adesso, ho piuttosto la sensazione di una continuità nella mia vita, di un disegno che si è sviluppato in modo costante. Ciò non toglie che ho 25 anni e qualcosa dentro di me grida che non si prendono decisioni definitive a questa età; ma non importa: so che Dio è fedele e non mi abbandonerà mai.
“Per noi come comunità la presenza del Vescovo Lazzeri alla celebrazione è stata molto importante. Il nostro Fondatore ci ricorda che dobbiamo essere molto vicini al Vescovo della diocesi che ci ospita. Ieri abbiamo sperimentato la sua paternità e la sua sollecitudine. Questo ci permette di amare ancora di più la Chiesa ticinese”.
“È stato molto bello – ci conferma l’altra nuova consacrata della comunità, Rayana – sia per noi come comunità religiosa che per la comunità parrocchiale vedere la presenza del Vescovo”.
“La mia scelta – racconta poi – è frutto di un lungo percorso: nel 2012 ho fatto i miei primi voti, che ho poi rinnovato di anno in anno, come vuole la prassi della nostra Comunita, fino a voti definitivi che ho assunto ieri. Per giungere consapevole al momento della celebrazione, ho fatto negli ultimi giorni un inteso ritiro, ma l’esperienza che mi ha segnato di più è stata l’ultima confessione, che mi ha permesso di toccare con mano l’immensa misericordia di Dio. Un’esperienza fortissima”.
Ma cosa significa il celibato per te?
“La frase che ho scelto per ricordare il momento è la seguente: Gesù, tu sei la mia Vita, Vita che insieme abbiamo scelto. Tu Misercordia Infinita. Gesù, io in Te e Tu in me, per sempre. Essa esprime la mia sponsalità con Dio. Il celibato scaturisce infatti da una strada che Dio ha scelto per me, ma che al contempo anch’io ho scelto ed eletto. Una scelta che non finisce con la professione dei voti definitiva, ma deve essere rinnovata giorno per giorno”.
E cosa consiglieresti ad un giovane che vuole discernere la volontà di Dio sulla sua vita?
“Anzitutto la preghiera, che fa sentire la voce di Dio, ma poi anche l’accompagnamento con una persona di fiducia. Voce di Dio e voce dell’uomo in questo senso possono intrecciarsi, senza escludersi ma anzi aiutandosi a vicenda a diventare più chiare. A me è capitato spesso di essere riconfermata nella mia scelta anche grazie alle semplici parole di qualche amico. Ma essendo tante le voci che il mondo ti può offrire, ne devi scegliere alcune che per te contano di più, tra cui sicuramente quella del padre spirituale. Da ultimo ma non meno importante, io ho capito di essere al posto giusto dalla felicità che gli altri scorgevano in me. La felicità interiormente vissuta è sempre un segno chiaro, inequivocabile”.
(l.q.)
di Laura Quadri