Ogni famiglia cristiana accolga e faccia crescere, nella normalità della vita quotidiana, la presenza di Gesù al suo interno, così rendere migliore il mondo. Con questo auspicio Papa Francesco si è congedato dalle folle delle udienze generali, nell’ultimo appuntamento del 2014: sono stati circa un milione e 200 mila le persone che complessivamente hanno preso parte alle catechesi del mercoledì. Il Papa ha proseguito la riflessione sulla famiglia, ribadendo che questo tema accompagnerà i prossimi mesi fino al Sinodo di ottobre 2015.
Ogni presepe lo insegna in modo silenzioso: la più bella storia del mondo – quella che la storia dividerà in un prima e in un dopo – comincia in modo socialmente invisibile alla periferia “malfamata” del grande impero. In un assolato mercoledì di metà dicembre, a una settimana dal Natale, Papa Francesco “entra” nella casa della Famiglia di Nazaret e si guarda attorno per riconsiderare ciò che di quel piccolo nucleo spesso sfugge e che invece ha un valore esemplare inestimabile.
Dio ha scelto una famiglia
Il primo dato di fatto è che per dare il via al “nuovo inizio” della storia universale, Dio – nota il Papa – “ha scelto di nascere in una famiglia umana”. La “storia più santa e più buona”, osserva, prende vita ai margini della storia dei potenti e, in modo ancor più singolare, Gesù – il Messia venuto a salvare il mondo – resta a far vita di famiglia “in quella periferia per trent’anni”:
“Ma uno dice: ‘Ma questo Dio che viene a salvarci ha perso trent’anni lì, in quella periferia malfamata? Ha perso trent’anni!’. E lui ha voluto questo. Il cammino di Gesù era in quella famiglia (…) I cammini di Dio sono misteriosi. Ma quello che era importante lì era la fa-mi-glia! E quello non era uno spreco, eh! Erano grandi santi: Maria, la donna più santa, immacolata, e Giuseppe, l’uomo più giusto … La famiglia”.
Famiglie, fate spazio a Gesù
Nei secoli, l’arte, la letteratura e la musica hanno provato a immaginare lo straordinario normale di Nazaret, quella routine familiare che i Vangeli, “nella loro sobrietà”, dice Papa Francesco, non hanno descritto. Se lo avessero fatto, prosegue, “ci saremmo inteneriti” al racconto di Gesù adolescente, e le mamme avrebbero imparato molto dalle “premure” di Maria e i papà dallo stile di vita di Giuseppe. Ma anche senza il resoconto spicciolo, dalla casa di Nazaret – afferma il Papa – giunge un insegnamento che non passa mai di moda:
“Ciascuna famiglia cristiana – come fecero Maria e Giuseppe – può anzitutto accogliere Gesù, ascoltarlo, parlare con Lui, custodirlo, proteggerlo, crescere con Lui; e così migliorare il mondo. Facciamo spazio nel nostro cuore e nelle nostre giornate al Signore. Così fecero anche Maria e Giuseppe, e non fu facile: quante difficoltà dovettero superare! Non era una famiglia finta, non era una famiglia irreale. La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia”.
La famiglia rende “normale” l’amore
Lungi dal diventare banale, l’ordinarietà di quel lungo periodo di Gesù a Nazaret mostra anche quale bellezza possano avere i rapporti tra madri, padri e figli. “Come accadde in quei trent’anni”, conclude Papa Francesco, così “può accadere anche per noi: far diventare normale l’amore e non l’odio, far diventare comune l’aiuto vicendevole, non l’indifferenza o l’inimicizia”:
“Da allora, ogni volta che c’è una famiglia che custodisce questo mistero, fosse anche alla periferia del mondo, il mistero del Figlio di Dio, il mistero di Gesù che viene a salvarci, è all’opera. E viene per salvare il mondo. E questa è la grande missione della famiglia: fare posto a Gesù che viene, accogliere Gesù nella famiglia, nella persona dei figli, del marito, della moglie, dei nonni, che Gesù è lì. Accoglierlo lì, perché cresca spiritualmente il quella famiglia. Che il Signore ci dia questa grazia in questi ultimi giorni prima del Natale”.
Radio Vaticana