In un mondo dominato dalle logiche di mercato, dev’essere il Vangelo il criterio fondamentale per la gestione dei beni nelle comunità religiose. Per questo la Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica ha pubblicato la lettera circolare Linee orientative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata
e nelle Società di vita apostolica (Libreria Editrice Vaticana) indicandoalcune linee orientative sull’economia che “corrispondano ai principi evangelici e siano in accordo con l’insegnamento sociale della Chiesa”(pag.21).
La genesi del documento è frutto sia del simposio sull’economia svoltosi alla Pontificia Università Antonianum dall’8 al 9 marzo del 2014, sia, come ha ribadito il cardinale prefetto João Braz de Aviz, dagli insegnamenti di Papa Francesco circa la gestione dei beni patrimoniali delle comunità religiose.
“Il campo dell’economia è strumento dell’azione missionaria della Chiesa”’ recita l’incipit della Circolare. E più avanti, il documento afferma che “la dimensione economica è intimamente connessa con la persona e la missione”.
Vengono fornite indicazioni innovative e profetiche che devono essere operate dai consacrati nel campo dell’economia e rappresentano un tema importante per l’Anno della Vita Consacrata che inizierà il 30 novembre di quest’anno e durerà fino al 2 febbraio 2016.
Come detto, la Circolare risente della forte attenzione di Papa Francesco al tema della “missione vivificante” su questa terra della Chiesa in generale e degli Istituti di vita consacrata.
Per questo il documento fornisce dei principi pratici di buona gestione economica, controllo di gestione, rendicontazione secondo principi contabili internazionali.
In sintesi le linee orientative riguardano: 1) la gestione dei beni; 2) la collaborazione con la Chiesa locale, con gli altri Istituti e con i consulenti; 3) la formazione.
Innovativi e al servizio del bene comune delle Congregazioni, sono l’introduzione di alcuni obblighi come: la certificazione contabile dei bilanci delle opere e l’obbligatorietà del concetto di “patrimonio stabile”, soluzione importante per salvaguardare la continuità dell’Istituto come Persona Giuridica.
Particolare rilevanza viene data al principio di collaborazione con:
a) la Chiesa locale nella fase di riordino delle opere e case;
b) si invitano gli Istituti, “prima di prendere decisioni relative ad un territorio”, di condividerle con gli altri Istituti per rafforzare l’amministrazione e la gestione delle risorse, condividendo le buone prassi e il lavoro su progetti comuni;
c) viene sottolineata l’importanza di avvalersi di consulenti laici che abbiano competenze specifiche, evitando i rischi di assumere consulenti “senza discernimento”(pag.17).
Infine, vi sono le linee guida in tema di formazione sugli aspetti gestionali ed economici, che consentano ai consacrati degli Istituti di imparare a lavorare con budget e preventivi, ma anche ad accrescere la comprensione ed il contatto con i temi dell’economia all’interno delle comunità dove gli Istituti operano, per porre rimedio all’attuale “dicotomia tra economia e missione”.
Particolare attenzione è rivolta alla formazione:
“L’attenzione alla dimensione evangelica dell’economia non deve, pertanto, essere trascurata nella dinamica formativa, in modo particolare nella preparazione di coloro che avranno responsabilità di governo e che dovranno gestire le strutture economiche in ordine ai principi di gratuità, fraternità e giustizia, ponendo le basi di un’economia evangelica di condivisione e di comunione” (pag.4);
L’attenzione alla “formazione alla dimensione economica in linea col proprio carisma è fondamentale affinché le scelte nella missione possano essere innovative e profetiche”(pag.20).
Gli Istituti sono invitati a fare conoscere tali linee orientative ai loro membri, in particolare a Superiori ed Economi, e ad inviare, entro il 31 gennaio 2015, una lettera indirizzata al Segretario della Congregazione, Monsignor José Rodrìguez Carballo, con pareri e suggerimenti su come migliorare la gestione dei beni negli Istituti, affinché la Chiesa svolga con più efficacia la propria azione missionaria.
In sintesi, le linee orientative sono le seguenti:
1. Gestione dei beni
1.1 Carisma, missione, opere e progettualità
- le opere della missione vanno riviste sulla base del carisma e dei bisogni di oggi
- Introdurre attività di budget, bilancio e controllo di gestione e di pianificazione pluriennale
- Introdurre sistemi di monitoraggio e piani di rientro dal deficit per le opere in perdita
- Assicurare la sostenibilità (spirituale, relazionale ed economica) delle opere
1.2 Trasparenza e vigilanza: garanzia di correttezza
I Superiori Maggiori e i loro Consigli devono:
- introdurre sistemi di controllo interni adeguati
- perseguire obiettivi di economicità
- presidiare le opere di ogni Provincia
- approvare piani di investimento e budget all’inizio dell’anno
Gli Economi devono:
- rendicontare periodicamente sull’andamento gestionale, amministrativo e finanziario
- utilizzare moderni sistemi di archiviazione e conservazione dei dati.
1.3 La rendicontazione e i bilanci
- Bilanci distinti per opere e comunità
- Regole contabili uniformi secondo i principi internazionali
- Certificazione dei bilanci delle opere
- Supporto di esperti qualificati per l’adozione di procedure idonee
1.4 Gestione dei beni e patrimonio stabile
Definizione di ‘patrimonio stabile’: tutti i beni dell’Istituto oggetto di una legittima assegnazione ex Codice di Diritto Canonico.
2. Collaborazione con la Chiesa locale, con gli altri istituti e con i consulenti
2.1 Relazione con l’Ordinario del luogo e la Chiesa locale
La missione della vita consacrata è universale, ma incarnata in specifiche realtà locali:
- dialogo con l’Ordinario del luogo nel caso gli Istituti abbiano intenzione di chiudere case o opere o alienare immobili
- dialogo dei Superiori Maggiori con gli altri Istituti presenti sul territorio prima di chiudere e dismettere delle opere, con attenzione alla presenza religiosa locale.
2.2 Relazione con collaboratori e consulenti
Si raccomanda di avvalersi di collaboratori laici o di commissioni di studio nelle aree in cui l’Istituto non è dotato di professionalità con contratti definiti per scopi e durata.
2.3 Relazione e collaborazione con gli altri Istituti
La collaborazione con gli altri Istituti (condivisione di buone prassi, progetti, nuovi modi per servire la Chiesa) va rafforzata, seguendo l’esempio della Conferenza dei Superiori Maggiori.
3. Formazione
Formazione alla dimensione economica in linea con il proprio carisma. Formazione degli Economi alla rendicontazione gestionale. Responsabilizzazione a vivere il voto di povertà nell’attuale contesto socio-economico.
Carmine Tabarro