Shalom

Incontro dei Giovani Shalom 2020: Il significato dell’essere giovani

“Nonostante la distanza e la freddezza di uno schermo ho sentito il calore di Dio e la sua voce che mi chiamava a guardare dentro me stessa”

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Anche quest’anno la Comunità ha organizzato l’Incontro dei Giovani Shalom, passando però dalla modalità in presenza a quella online, ma questo non ha impedito a tanti ragazzi in tutta Italia di incontrarsi e passare dei bei momenti di preghiera, catechesi e divertimento. È proprio con una serata giochi, la “Koinonia”, che è cominciato l’evento, per passare nei due giorni successivi alle catechesi: Maria si alzò e andò in fretta, tenuta da Francesco Lombardi e Il sì di Maria, tenuta da Victor Hernandez.

Come si evince dai titoli, le catechesi erano entrambe incentrate sulla figura di Maria. Nella prima è stata sottolineata l’importanza della sua identità, la forza che ha avuto nell’uscire fuori dalla sua condizione, e la fretta di approfittare del tempo che aveva. Tutto questo paragonato alla vita di un giovane di tutti i giorni che può essere influencer a modo di Dio, che può uscire dalla sua comfort zone e che può fare tesoro del tempo della sua giovinezza per scoprire chi è e capire qual è il suo posto nel mondo, passando così a ciò che la nostra società dipinge come il più grande dei tabù: l’età adulta. Oggi questa età viene completamente bypassata ma in realtà è il periodo più bello della nostra vita poiché diventiamo generatori di vita, capaci di assumerci una responsabilità, come Maria quando ha pronunciato il suo sì. Da qui è partita la seconda catechesi che, attraverso le testimonianze di alcuni giovani che a loro volta hanno detto sì a Dio, ha reso ancora più chiara l’importanza di Dio nella nostra vita. Lui è sempre presente e ad ogni battito del nostro cuore ci dice: io ti amo, io ti amo, io ti invio, io ti invio, e quando ci sentiamo amati da Dio e diamo il nostro sì cambiamo il corso della nostra vita, perché lo Spirito Santo scende su di noi e ci dà la grazia di annunciare Dio, ci rende felici, ci rende pieni. Forse sembreremo un po’ pazzi, ma è solo dicendo sì che un giovane può trasformare il mondo.  

Da partecipante all’incontro posso dire che nonostante la distanza e la freddezza di uno schermo ho sentito il calore di Dio e la sua voce che mi chiamava a guardare dentro me stessa. Mi sono sentita guarita e amata. I momenti di preghiera e di adorazione sono stati molto significativi e mi hanno dato modo di riflettere a fondo sui temi delle catechesi e hanno acceso in me che mi accingo ad entrare nell’età adulta una luce e una speranza. Come ha scritto il poeta Francisco Luis Bernàrdez (citato da Papa Francesco nella Christus Vivit): 

 

Se per recuperare ciò che ho recuperato 

ho dovuto perdere prima ciò che ho perso, 

se per ottenere ciò che ho ottenuto

ho dovuto sopportare ciò che ho sopportato,

 

Se per essere adesso  innamorato 

è occorso essere stato ferito, 

ritengo giusto aver sofferto ciò che ho sofferto, 

ritengo giusto aver pianto ciò che ho pianto.

 

Perché dopo tutto ho constatato 

che non si gode bene del goduto 

se non dopo averlo patito.

 

Perché dopo tutto ho compreso 

che ciò che l’albero ha di fiorito 

vive di ciò che ha sepolto.

 Giulia Rosita Palanga


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