Formazione

La carità in san Paolo – parte 1

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Per parlare del tema dell’amore in Paolo possiamo costatare innanzitutto le ricorrenze terminologiche «che, in Paolo in modo particolare, sono sempre un indizio di una sua attenzione particolare ad un tema» e ne indicano dunque il suo valore, come afferma Ugo Vanni:

«Prendendo in esame i due termini centrali “agape” e “agapao” troviamo queste statistiche: le ricorrenze di “agape” in Paolo sono 75 sulle 116 di tutto il NT; le ricorrenze di “agapao”, invece, sono 34 sulle 143 ricorrenze di tutto il NT. Questo prospetto suggerisce (…) una attenzione particolare da parte di Paolo per il tema dell’ amore, soprattutto sulla linea del sostantivo agape (…)»1.

Partendo da questa ricca abbondanza – del tema dell’amore in Paolo – proviamo a penetrare in alcuni dei suoi testi e trarne qualche goccia del suo apprezzabile e consistente pensiero sull’amore.

 

La Trinità d’amore

Il brano di Rm 5,1-11, ci permette di tuffare nello sguardo paolino sull’amore e capire anche la sua essenza trinitaria.

L’affermazione «Dio è Amore»2, non è Paolina, però questa verità è chiara in Paolo cioè, che Dio è il «Dio d’amore»3. Che siamo stati amati dal Padre4, nel Figlio5, per mezzo dello Spirito Santo6.

San Paolo dice che «la speranza (…) non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato»7. Il «Dio d’amore»8, è Dio-Amore in noi, e sua presenza – in noi – è la garanzia che possiamo sempre sperare e non disperare mai. Possiamo sperare proprio «perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori»9 tramite lo Spirito Santo che è con noi e in noi.

Nelle parole di Paolo afferriamo che l’amore di cui parla è tutt’altro che un’esperienza teorica giacché quest’amore è il fondamento della speranza. Se prendiamo il brano sopra citato dall’inizio, vediamo che San Paolo dice che i cristiani si trovano e si vantano dell’essere nella grazia di Dio, in altre parole, dell’essere «in pace con Dio»10. Il termine “pace” qualifica la nuova situazione dei credenti e per questo si tratta «della condizione nuova dei credenti nei confronti di Dio (…) i quali, proprio perché giustificati, si trovano nel giusto rapporto con Dio»11. È però interessante notare che i cristiani non solo si vantano della “condizione di pace” in cui si trovano, ma che addirittura, come dice Paolo: «ci vantiamo anche nelle tribolazioni»12. Fondato in quest’amore divino, vissuto, provato, gustato nella propria carne, San Paolo ci dice che la tribolazione non produce la sfiducia ma sì “la pazienza”. La pazienza non produce l’impazienza ma sì nella «virtù provata e la virtù provata, la speranza»13.

Se ci chiedessimo il perché di questo sguardo positivo della realtà, non troveremo un’altra risposta sennò l’“amore divino”. È lo Spirito che infonde l’amore – del Padre e del Figlio – in noi e così non solo infonde ma attualizza questo mistero d’amore, testimoniando «al nostro spirito che siamo figli di Dio»14. In altre parole «versando l’amore di Dio nel cuore, fa si che il cristiano percepisca di essere amato da Dio all’infinito, al livello proprio di Dio»15.

Elton Alves (Comunità di Vita – Lugano)
Guido Aragão (Comunità di Alleanza – Fortaleza)
Missionari della Comunità Cattolica Shalom

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1.  ASSOCIAZIONE TEOLOGICA ITALIANA, Le virtù teologali: la vita cristiana nella fede, speranza

e carità. Edizioni San Paolo, 89, Torino, 2005.

2.1Gv 4,16.

3. 2Cor 13,11.

4. 2Ts 2,16.

5. Rm 8,39.

6. Rm 5,5.

7. Ibid.

8. 2Cor 13,11.

9. Rm 5,1.

10. 2Cor 13,11.

 


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