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Shalom festeggia i due anni della missione in Olanda

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holandaLa Comunità Shalom festeggia giovedì 15 gennaio i due anni della sua presenza in Olanda. Si festeggia con una celebrazione eucaristica, seguita da una serata di fraternità alle 19 di mercoledì 14. In un paese in cui molte chiese cattoliche sono state chiuse per mancanza di fedeli l’evangelizzazione Shalom, che dona priorità ai giovani, ha gettato con umiltà dei semi, presentando il vissuto quotidiano del Vangelo come cammino per la felicità. Nel 2015 la Comunità assumerà l’incarico di seguire la pastorale giovanile nell’Arcidiocesi.

Ad Utrecht l’evangelizzazione si svolge in forma graduale, non solo attraverso eventi o attività organizzati dalla Comunità, ma soprattutto attraverso lo stile di vita dei missionari, alla ricerca della fedeltà al Vangelo anche nelle piccole cose. Non c’è ancora un gruppo di preghiera, ma nel 2014 ha avuto inizio un gruppo che compie la Lectio Divina. La missione organizza anche fine settimana di adorazione, che attraggono persone da tutto il Paese. Nella messa di apertura del primo Aanbiddingweekend (Fine settimana di adorazione) erano presenti più di 40 persone.

“Nella Chiesa in generale diminuiscono ogni anno le presenze, e per questo molte chiese cattoliche sono ora chiuse. E’ un tempo di grande sofferenza e di importanti decisioni per la Chiesa olandese, che soffre anche per la mancanza generalizzata di sacerdoti e vocazioni”, spiega la missionaria Amanda Praseres.

shalom-holanda (1)Il chicco di grano

I primi cinque missionari sono arrivati insieme a Utrecht nel 2013 in una giornata fredda, in cui tutto era coperto di neve. L’accoglienza del parroco e dei parrocchiani hanno però donato loro il calore necessario a dei missionari brasiliani. Arrivati alla casa comunitaria, la provvidenza di Dio mostrava loro ancora una volta che Lui sempre soccorre quelli che ha inviato: “La nostra casa era completamente pronta ad accoglierci, con i mobili e tutti gli utensili per la cucina. La casa era stata ordinata ed era stato preparato anche da mangiare. E’ stato certamente per noi un segno concreto dell’Amore di Dio, che si prende cura attentamente dei suoi”, testimonia la stessa Amanda.

I primi mesi nella missione sono stati dedicati completamente all’apprendimento della lingua. I missionari hanno seguito un corso intensivo di olandese e poi hanno avuto delle lezioni a casa. Nel luglio 2013, durante la GMG, grazie a una certa fluidità nel parlare l’olandese hanno accompagnato 60 giovani per partecipare all’incontro mondiale con il papa. Prima di giungere a Rio de Janeiro, hanno portato i ragazzi a Fortaleza, dove si trova la casa madre della Comunità.

“Fino ad oggi siamo restati in contatto con alcuni di quei ragazzi, che visitano la nostra casa e partecipano alle nostre attività. Alle messe di rinnovo delle nostre promesse nel carisma e nel celibato erano presenti circa 60 persone, tra cui molti giovani incontrati al tempo della GMG e nelle attività dell’Arcidiocesi, a cui partecipiamo assiduamente”.

Amanda ritiene che questo sia un tempo favorevole per gettare molti semi. Uno dei frutti concreti è stato l’incarico affidato alla Comunità di coordinare la pastorale giovanile nell’Arcidiocesi di Utrecht. “La fase che viviamo è tipicamente quella del chicco di grano che cade a terra, e che deve morire per dare frutto”, conclude Amanda, che ricorda il periodo di fondazione in cui si trova la Missione d’Olanda, in accordo con il Piano di Evangelizzazione, il riferimento per l’azione della Comunità in tutto il mondo.

Emanuele Sales


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