Ho vissuto un’infanzia turbolenta, figlio di genitori separati e cresciuto con i nonni. All’inizio dell’adolescenza, una fase di emancipazione e ribellione, volevo passare più tempo fuori di casa, più con gli amici che con la famiglia. Ho cominciato, precocemente, una vita fatta di feste, relazioni sentimentali sfrenate e cattivi comportamenti che mettevo in atto senza misurarne le conseguenze.
Con il passare degli anni, andavo percependo cosa la mia scelta provocava in me. Mi importavano solo le uscite con gli amici, non avevo molte aspettative sul futuro e sperimentavo un enorme vuoto interiore. Diverse volte sono scampato a incidenti e a una morte precoce, fatti che mi facevano riflettere sul cammino della mia vita. In qualche maniera, io avevo necessità di cambiare, ma non sapevo né come né con cosa. Mi sono, allora, iscritto, a una catechesi in prepazione alla cresima per avere più contatto con la Chiesa.
Nel periodo del mio sedicesimo compleanno, volevo partecipare a un evento musicale a Fortaleza, al quale andavano molti giovani della mia età. Dato che non ho ottenuto il permesso dei miei familiari, mi accontentai di partecipare all’Halleluya, che aveva luogo negli stessi giorni. Allora, ho cercato i pochi amici di Chiesa che avevo e sono andato con loro.
Il primo giorno che sono arrivato, mi stranivo a sentire le canzoni, vedere le persone e ad alzare le braccia. L’ambiente era troppo diverso per i miei gusti. Nonostante cio’, ho optato per andare tutti i giorni e partecipare a tutte le attivita’ possibili, perché volevo conoscere. Lentamente, riconoscevo alcune canzoni, cantando con gli altri e aprendomi alle persone. Alcuni momenti mi toccavano particolarmente: le prediche, l’adorazione al Santissimo e i momenti di preghiera nei quali chiudevo gli occhi con difficoltà e tentavo di parlare con Dio. La stranezza iniziale andava mutandosi in soddisfazione e in molte lacrime nei momenti di preghiera.
I giorni dell’Halleluya passavano e io sentivo qualcosa di diverso accadere dentro di me. Tornavo a casa con una gioia diversa, senza il disorientamento tipico di una festa che finisce. Avevo un nuovo entusiasmo per il futuro e mi ponevo domande sulla mia professione di vita. In uno dei giorni in cui mi stavo dirigendo verso i luoghi dell’evento, chiesi ad un amico come fosse possibile diventare sacerdote. Lui mi spiegò che la persona deve andare agli incontri vocazionali, essere accompagnato, fare ritiri e discernere bene la chiamata di Dio.
La mia domanda per conoscere di più riguardo i processi nella Chiesa era diventata una possibilità per me. Mi sono chiesto: “Perché non essere un sacerdote?” Ho approfittato dei giorni dell’evento per pensare riguardo ciò e ho deciso che avrei partecipato al successivo incontro vocazionale nel mese di agosto.
A partire di quei giorni dell’Halleluya del 1999 sono riuscito ad abbandonare il vecchio modo di viere e cominciare una vita nuova nella Chiesa. In poco tempo, ho cominciato a partecipare a gruppi di giovani, a prepararmi per la cresima, volevo partecipare a tutti gli eventi di formazione e intensificavo la mia relazione con Dio nella preghiera. Parallelamente, ho iniziato il processo vocazionale nella comunità nella quale mi sono ordinato sacerdote nel 2011.
Attualmente, risiedo a Belo Horizonte, sono vicario parrocchiale nel Santuario San Giuda Taddeo e sto eseguendo una ricerca sul libro dell’Apocalisse. Con gratitudine, ricordo e racconto il valore dell’Halleluya per la mia vita e per la vita di molte persone.
Padre Marcus Mareano