Pubblicate le relazioni sui gruppi di lavoro per gli argomenti più spinosi. Si rafforza l’ipotesi dei percorsi penitenziali per riammettere alla comunione i divorziati uniti in seconde nozze: “Ma si valuti caso per caso”. Appello ai familiari delle persone omossessuali: “Accettateli ma educateli alla castità”. Sabato l’assemblea plenaria vota il testo finale.
– A quattro giorni dalla chiusura del sinodo sulla famiglia, prende corpo una traccia che potrebbe sbrogliare la questione della comunione ai divorziati risposati, uno dei nodi più intricati del dibattito in corso da più di un anno nel mondo cattolico. La proposta che i padri sinodali sembrano orientati a sottoporre al Papa è orientata su due aspetti: l’istituzione dei “cammini penitenziali” che permettano di prendere coscienza del fallimento e degli errori commessi nel primo matrimonio e la decisione finale, da affidare al vescovo sulla base di una valutazione “caso per caso”.
La linea emerge in maniera chiara e omogenea già nelle relazioni che i tre circoli di discussione ristretta in lingua italiana hanno presentato ieri sera all’assemblea, al termine dell’analisi della terza parte dell’Instrumentum laboris, il testo guida dei lavori sinodali. Sulla base dei contributi dei 13 circoli (4 in lungua inglese, 3 in italiano e francese, 2 in spagnolo e uno in tedesco) nella giornata di oggi la commissione sinodale nominata dal Papa elabora il testo finale che domani sarà presentato una prima volta in aula e poi, dopo la valutazione delle richieste scritte di emendamento che potranno essere fatte dai padri, verrà votato sabato punto per punto. I passaggi che avranno ottenuto i due terzi dei consensi saranno ritenuti pronunciamenti del sinodo e come tali presi in considerazione da Francesco, al quale comunque spetta la parola finale.
Spicca, tra le relazioni, quella del gruppo tedesco, nel quale si è formulato un mea culpa nei confronti di ragazze madri, figli illegittimi, conviventi, omosessuali, divorziati risposati. “Nel tentativo mal concepito di sostenere la dottrina”, si legge nel testo, sono stati sostenuti “atteggiamenti duri e spietati che hanno determinato la sofferenza delle persone”. Si tratta, sottolineano i presuli, di maturare un linguaggio “adeguato e rinnovato” sulla sessualità. Ma senza aprire alle teorie del gender. “Ogni ideologia che sta provando a rendere il genere un costrutto o una scelta individuale non sarà accettata”, ha sottolineato in conferenza stampa il cardinale Reinhard Marx.
Nei documenti dei circoli emerge con toni diversi anche la questione dell’omosessualità. Il gruppo italiano C, moderato dal cardinale Angelo Bagnasco, segnala “un’indebita pressione economico-legislativa per introdurre leggi che equiparano le unioni civili al matrimonio” ma raccomanda “di puntare l’attenzione pastorale sulle famiglie con persone con tendenza omosessuale, e sulla preparazione di operatori competenti” invitando “a un approfondimento antropologico del tema”. Il gruppo inglese A, coordinato dal cardinale George Pell (uno dei sottoscrittori della lettera di contestazione rivolta al Papa all’inizio del sinodo), invita le famiglie ad accettare le persone che al loro interno manifestino tendenza omosessuale, raccomandando però di insegnare il valore della castità. Più divisi, sull’argomento, i gruppi inglesi C e D nei quale c’è stato chi ha proposto di rimuovere dal documento i passaggi relativi ai gay: alla fine ha prevalso un invito tenere distinte le unioni omosessuali dal matrimonio e ad approfondire l’argomento in altro contesto.
In mattinata, durante l’udienza generale in piazza San Pietro, papa Francesco salutando i fedeli di lingua polacca ha raccomandato: “Preghiamo per intercessione di san Giovanni Paolo II che il sinodo dei vescovi, che sta per concludersi, rinnovi in tutta la Chiesa il senso dell’innegabile valore del matrimonio indissolubile e della famiglia sana, basata sull’amore reciproco dell’uomo e della donna e sulla grazia divina”.
Il Papa non ha fatto riferimento alla notizia – smentita dal Vaticano – secondo la quale sarebbe stato sottoposto a controlli specialistici per un presunto tumore benigno, ha parlato del rapporto di coppia affermando: “L’amore è libero, questa è la bellezza: non può esserci amicizia, nè amore nè matrimonio senza libertà”. Libertà e fedeltà, ha detto, “non si oppongono ma si sostengono”, sottolineando che “non si può costringere con la forza” e “neppure custodire senza sacrificio”.
Carmine Tabarro