Formazione

Un bambino è nato per noi, o Cristo, o Signore!

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c3adcone-nascimento-do-senhor_02Un bambino è nato per noi: ci è stato dato un figlio! Il potere riposa tra le sue braccia. Sarà chiamato “messaggero del consiglio di Dio”. Queste parole, tratte dalla lettura della celebrazione della notte di Natale, rendono bene il senso di questa festa. E’ nato per noi un bambino, ci è stato dato un figlio! Incontriamolo, povero e fragile, disteso in una mangiatoia, alimentato da una Vergine Madre, protetto da un povero falegname. Chi è questo bambino? Chi è questo figlio? Ora che il sole splende già alto, possiamo guardare meglio al mistero: meditiamo su quanto abbiamo celebrato nella notte appena passata, su quello che abbiamo professato in questo giorno così santo!

Le Scritture ci dicono che questo bambino è la Parola eterna del Padre: “In principio, questa parola era con Dio… e la Parola era Dio”. Questa Parola, che ora dorme nel presepe, dopo essere stato allattato, è quella parola potente attraverso cui tutto quello che esiste è stato fatto, e “senza di essa, nulla è stato fatto di quanto esiste”. Questa parola così potente, divenuta così fragile, sempre esistita e ora nata nella notte di oggi, questa Parola che è Dio, ora fatta neonato, è la stessa Vita, che è nostra Luce, Luce per tutta l’umanità. Fuori di essa ci sono solo fitte e oscure tenebre! Fuori di Dio fatto uomo, dell’Emanuele, non c’è vera vita! L’autore della carta agli Ebrei, nella seconda lettura, scrive che dopo aver parlato ai nostri padri in tanti modi, Dio ora ci ha parlato personalmente nel suo Figlio, “che ha costituito erede di tutte le cose e attraverso cui ha creato l’universo”. Solo a Lui, il Padre ha detto: “Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato!”. Per questo, soltanto Lui può darci il dono della vita dello stesso Dio!

Questo è il mistero della festa di oggi: in questo bambino nato per noi, Dio ha visitato il suo popolo, è entrato nell’umanità. Che mistero profondo! Dio, senza smettere divino, è diventato vero uomo. Dio si è umanizzato! Ha sposato la nostra condizione umana, è venuto a percorrere le nostre strade, ha sperimentato il dolore e la gioia di vivere da uomo. Ha amato con cuore umano, ha fatto sogni umani, ha pianto lacrime umane, ha sentito la tristezza umana… Lui il Figlio eterno del Padre, è divenuto figlio degli uomini per salvare tutta l’umanità. “E’ così diventato uno di noi, per farci diventare eterni!”.

O uomo, perché temi la venuta del Signore? Non è venuto per giudicare nessuno. Non è nato per condannare. Per questo è apparso come bambino e non come re potente. Possiamo incontrarlo nella mangiatoia, non seduto su un trono. Il suo pianto è dolce, non fa fuggire nessuno. Sua madre ha fasciato le sue piccole braccia: perché ancora dobbiamo temere? Non è venuto armato, per punire. E’ venuto per stare con noi e liberarci! Celebriamo dunque l’arrivo del nostro più grande amico! Lodiamo Colui che sempre è stato, nel sonno e nella veglia, atteso, desiderato, il custode di Israele, la consolazione dell’umanità, il sollievo del nostro cuore. E’ arrivato, finalmente! E’ arrivato per non lasciarci più, perché ha sposato per sempre la nostra povera umanità! San Girolamo, con parole piene di tenerezza, medita su questo mistero: “Cristo non trova posto nel Santo dei Santi, dove l’oro, le pietre preziose, la seta e l’argento risplendono. Non nasce tra oro e ricchezze, ma in una stalla, nel fango dei nostri peccati. Nasce in una stalla per rialzare chi si trova in mezzo al letame: Egli solleva il povero dall’immondizia.

Possano tutti i poveri incontrare in Lui consolazione! Non poteva esserci altro luogo per la nascita del Signore, se non in una stalla, in cui si trovavano legati buoi e asini! Ah, se potessi vedere la stalla in cui Dio ha riposato! In realtà, pensiamo di onorare Cristo togliendo il presepe di paglia e sostituendolo con uno di argento… Per me, ha più valore la paglia: al paganesimo di addicono argento e oro. La fede cristiana merita una stalla con la paglia. Ascoltiamo il bambino piangere nella stalla: adoriamolo, tutti, nel giorno di oggi. Teniamolo in braccio, adoriamo il Figlio di Dio. Un Dio potente, che per lungo tempo ha gridato dal cielo, senza salvare nessuno. Ora, piangendo, ci salva. L’elevazione non porta mai alla salvezza, quello che salva è l’umiltà! Il Figlio di Dio era in cielo, e non era adorato; scende in terra e viene adorato. Aveva sotto il suo dominio il sole, la luna, gli angeli, e non era adorato; nasce in terra, uomo, uomo in ogni aspetto, integralmente uomo, per guarire la terra intera. Tutto quello che non avesse assunto in sé di umano, non avrebbe potuto salvarlo…

Questo è il mistero del santo Natale! Facciamo attenzione a non fermarci alle apparenze, a non restare soltanto a guardare la scena del Bambino con la Vergine e san Giuseppe! Questo bambino è l’Emanuele, il Dio con noi! Questo bambino è venuto come segno di contraddizione, perché davanti a Lui nessuno può restare indifferente: o viene accolto, o viene respinto. “La Parola era nel mondo, e il mondo è stato fatto per mezzo di essa, ma il mondo non ha voluto conoscerla. Venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto. Ma a tutti quelli che lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio…” Accogliamo dunque la Parola che si è fatta Bambino, Figlio che ci è stato donato! Se lo accogliamo realmente, nella povertà di ogni giorno, nell’impegno per una vita santa, potremo allora cantare il salmo: “Canta al Signore un canto nuovo, perché Lui ha compiuto prodigi! Il Signore ha fatto conoscere la salvezza, e alle nazioni la giustizia. I confini dell’universo contempleranno la salvezza del nostro Dio. Acclama il Signore Dio, terra intera, rallegrati ed esulta!”.

Siamo tutti testimoni della grazia di questo giorno, della novità di questa festa. Si compiano in noi le parole della Scrittura, nella lettura della messa di oggi: “Come sono belli, sui monti, i piedi del messaggero che annuncia la pace, di colui che annuncia il bene e predica la salvezza dicendo a Sion: ‘Il tuo Dio regna! Il Signore ha consolato il suo popolo” Il Signore ha mostrato il suo santo braccio agli occhi di tutte le nazioni, tutti i confini della terra vedranno la salvezza che viene dal nostro Dio”. Siamo messaggeri di questa pace, di questa buona notizia, siamo testimoni del Bambino, irradiamo la grazia del santo Natale! Amen!

Formazione: Dicembre/2010


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