Formação

Riconoscimento pontificio: un dono che impegna…

comshalom
 La Comunità Cattolica “Shalom” vive oggi una giornata speciale. Dopo un
attento processo di discernimento, la Chiesa – tramite il Pontificio Consiglio per i Laici
– le ha concesso il sigillo prezioso del riconoscimento pontificio come associazione
internazionale di fedeli di diritto privato, approvandone al contempo gli Statuti in
forma definitiva. Si tratta di un dono che giustamente suscita in voi grande gioia e
gratitudine nei confronti di Dio e nei confronti della Chiesa, che come una buona
madre accoglie con amore i suoi figli e le sue figlie. Stasera potete fare vostre le parole
del Salmista: “Ti loderò fra i popoli, Signore /…/ grande fino ai cieli è il tuo amore e
fino alle nubi la tua fedeltà…”  (Sal 57,10-11). Veramente, il Signore è fedele e tutta
la storia della vostra Comunità lo può confermare…
In questi giorni, la Comunità Cattolica “Shalom” ripercorre con grata memoria
la sua storia iniziata trent’anni fa. La memoria delle origini, infatti, è estremamente
importante nella vita di ogni movimento ecclesiale e di ogni nuova comunità. E’ dalle
origini che traspare la natura e la bellezza di un carisma sorgivo da cui un movimento
nasce  e da cui continuamente rinasce. Avere una viva memoria delle origini vuol dire
avere una chiara coscienza della propria identità: chi siamo nella Chiesa… qual è la
nostra vocazione e missione nella Chiesa… Questa sera torniamo, dunque, con la nostra
memoria a Fortaleza, in Brasile, nel lontano 1980, quando Moysés – ispirato dalle
parole profetiche del beato Giovanni Paolo II, in visita apostolica in quella città – offrì
la propria vita al Signore. Così il seme è stato gettato… Dopo due anni di maturazione,
nel 1982, nasce il primo germoglio della Comunità: la prima “pizzeria”, un luogo di
accoglienza e di evangelizzazione dei giovani… Qualche anno fa, ho avuto la grande
gioia di poterla visitare… Inizia così la grande avventura missionaria di un piccolo
gruppo di giovani innamorati di Cristo e del suo Vangelo, che nel giro di poco tempo
diventerà un popolo numeroso, presente oggi in 17 paesi diversi… Una piccola pianta
t r a s f o r m a t a s i   d o p o   t r e n t ’ a n n i   i n   u n   a l b e r o   r o b u s t o . . .   Q u a n t e   i n i z i a t i v e   d i
evangelizzazione e di formazione per i giovani, gli adulti, le famiglie, i bambini!
Quante case per ritiri spirituali,  centri d’arte, nei quali musica, canto e danza diventano
strumenti di evangelizzazione…  Nascono asili, case di accoglienza per anziani, progetti
di recupero per  tossicodipendenti, per i bambini di strada… Ma soprattutto, quante vite
trasformate…  Quanti giovani, uomini e donne,  hanno scoperto – grazie alla vostra
Comuni t à   –   l a  gioi a  de l l a   f ede   e   l a  bellezza di essere cristiani! Quante risorse
missionarie nascoste e riscoperte, e messe generosamente a servizio della Chiesa! 
 Rivisitando la storia della vostra Comunità spontaneamente affiorano sulle
labbra le parole di Dio nella profezia di Isaia: “Le mie vie sovrastano le vostre vie, i
miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is 55,9).  Il Signore ci sorprende sempre con
i suoi doni…  E proprio oggi, la Liturgia della Parola offre un’importante chiave di
lettura per capire il senso più profondo della storia della vostra Comunità. Sono le3
parole di Cristo stesso pronunciate durante l’ultima cena: “Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto
rimanga…” (Gv 15,16).  E’ il primato della grazia! E’ Cristo che sceglie, è Lui che fa
nascere e crescere i frutti, è Lui che deve sempre essere al centro della nostra esistenza
come unico Maestro e Signore…  La regola d’oro di vita e di crescita di ogni comunità
cristiana è racchiusa nelle parole di Giovanni Battista: “Lui deve crescere; io, invece,
diminuire” (Gv 3,30). Questo è il paradigma della crescita evangelica…    
2.  La storia della vostra Comunità si iscrive nel panorama di quella “nuova
stagione aggregativa “ dei fedeli laici, frutto prezioso del Concilio Vaticano II.  Nella
nostra epoca il mondo lancia alla missione della Chiesa sfide particolarmente gravi e
difficili. Assistiamo a una diffusa erosione della fede anche tra i battezzati. Il Papa
Benedetto XVI usa a riguardo espressioni molto forti e parla di uno “strano oblio di
Dio”, di una profonda “crisi della fede” nel mondo occidentale, di una “eclissi del
senso di Dio”, di un “cristianesimo stanco”, scoraggiato… Ed ecco la risposta dello
Spirito Santo che interviene con tempestività anche nei nostri tempi, suscitando nella
Chiesa carismi nuovi dai quali nascono tanti movimenti ecclesiali e nuove comunità.
Il beato Giovanni Paolo II definiva queste nuove realtà aggregative  “dono dello Spirito
e speranza per la Chiesa e per l’umanità”, mentre Benedetto XVI vede in esse “sempre
nuove irruzioni dello Spirito nella vita della Chiesa” e “modi forti di vivere la fede…” –
una forma cioè di laboratori della fede, che generano in tanti uomini e donne di oggi
una fede adulta, capace di confrontarsi con le sfide del nostro tempo. Quanti frutti di
santità di vita hanno generato! Quanto slancio apostolico e quanta fantasia missionaria
hanno saputo sprigionare in giovani e adulti! 
Un terreno particolarmente fecondo per la nascita e per la crescita di nuovi
carismi è indubbiamente l’America Latina e, in special modo, il Brasile. Ci sono
numerosi movimenti e nuove comunità nate in America Latina che oggi evangelizzano
il Vecchio Continente, dal quale  hanno ricevuto il dono della fede cinquecento anni
fa. E’ questo un aspetto molto significativo: è scoccata l’ora della “redditio”! Voi
latino-americani avete un grande tesoro da condividere con la Chiesa universale: una
fede vissuta con gioia ed entusiasmo, una fede che si è fatta cultura del popolo (la pietà
popolare!)… E’ proprio questa fede che spesso manca o languisce  in Occidente! Al
r i e n t r o   d a   A p a r e c i d a ,   d o v e   s i   e r a   re c a t o   i n   o c c a s i o n e   d e l l a   V   C o n f e r e n z a
dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, Papa Benedetto XVI ha detto:
“Dobbiamo, mi sembra, riscoprire la grande eredità del Concilio /…/ con le esperienze
che abbiamo avuto e che hanno portato frutto in tanti movimenti, tante nuove comunità
religiose. In Brasile sono arrivato sapendo come si espandono le sette /…/; ma una volta
arrivato ho visto che quasi ogni giorno in Brasile nasce una nuova comunità religiosa,
nasce un nuovo movimento, non solo crescono le sette. Cresce la Chiesa con nuove
realtà piene di vitalità, non così da riempire le statistiche – questa è una speranza falsa,
la statistica non è la nostra divinità – ma crescono negli animi e creano la gioia della
fede, creano presenza del Vangelo, creano così anche vero sviluppo del mondo e della
società…” (Incontro con il clero delle Diocesi di Belluno-Feltre e Treviso, 24 luglio4
2007). La vostra storia e il vostro presente si inseriscono, dunque, in questo contesto
della Chiesa universale che lo Spirito Santo continua ad arricchire con tanti doni
carismatici – un grande segno di speranza per tutti…    
3. Cari Amici della Comunità Cattolica “Shalom”!  L’atto di consegna del
decreto di riconoscimento pontificio da parte del Pontificio Consiglio per i Laici non
deve essere inteso come un punto di arrivo, che possa giustificare una sosta di riposo
o un minore impegno. Questo atto, al contrario, deve segnare un nuovo punto di
partenza, un impegno ancora più forte e più generoso nel servizio alla missione della
Chiesa. Molti di voi ricordano le parole del beato Giovanni Paolo II, pronunciate
durante il primo incontro mondiale con i movimenti e le nuove comunità: “Oggi
dinanzi a voi si apre una tappa nuova, quella della maturità ecclesiale /…/ La Chiesa si
aspetta da voi  frutti «maturi» di comunione e di impegno” (30 maggio 1998).  E voi
sapete che la maturità ecclesiale si misura sull’amore sincero e fedele alla Chiesa, ai
suoi Pastori e, in particolare al Successore di Pietro;  si misura sull’obbedienza docile
al Magistero della Chiesa e alla disciplina ecclesiale; si misura sulla generosa dedizione
alla missione evangelizzatrice della Chiesa, specialmente quella a favore dei più piccoli
e dei più poveri… La maturità ecclesiale si esprime, non da ultimo,  nel vivo senso di
comunione ecclesiale e nell’amore fraterno. Infatti, nel brano del Vangelo che abbiamo
ascoltato Cristo insiste: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi” (Gv 15,12). 
E come non ricordare in questo momento le parole impegnative di Benedetto
XVI rivolte ai movimenti ecclesiali durante l’indimenticabile veglia di Pentecoste del
2006: “Cari amici, vi chiedo di essere, ancora di più, molto di più, collaboratori nel
ministero apostolico universale del Papa, aprendo le porte a Cristo. Questo è il miglior
servizio della Chiesa agli uomini e in modo tutto particolare ai poveri, affinché la vita
della persona, un ordine più giusto nella società e la convivenza pacifica tra le nazioni
trovino in Cristo la «pietra angolare» su cui costruire l’autentica civiltà, la civiltà
dell’amore” (3 giugno 2006). Ecco la vostra missione nella Chiesa e nel mondo…
Cari Amici, “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed
esultiamo” (Sal 118,24). A nome della Chiesa ringrazio tutta la Comunità Cattolica
“Shalom” per l’opera di evangelizzazione che porta avanti da ormai trent’anni. Ancora
una volta vi dico che la Chiesa ha bisogno di voi e conta su di voi…

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