Il Vaticano ha pubblicato oggi, 24 ottobre, la nuova enciclica del Santo Padre dal titolo: “Dilexit Nos”. Il documento è composto da 5 capitoli in cui il Papa ci invita a rinnovare la nostra devozione al Sacro Cuore e a riflettere sulla necessità di “mettere cuore” in un mondo segnato dalla freddezza.
In una società che vede “moltiplicarsi varie forme di religiosità senza riferimento a un rapporto personale con un Dio d’amore”, mentre il cristianesimo spesso dimentica “la tenerezza della fede, la gioia della dedizione al servizio, il fervore della missione da persona a persona”, il Papa propone un nuovo approfondimento dell’amore di Cristo rappresentato nel suo Sacro Cuore dove “possiamo trovare tutto il Vangelo”.
“L’importanza del ritorno al cuore”
Il Papa spiega perché è necessario “tornare al cuore” in un mondo in cui siamo tentati di “diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato”. Lo fa guardando a ciò che intendiamo per “cuore”: la Bibbia ne parla come di un nucleo “dietro tutte le apparenze”, un luogo in cui “indipendentemente da ciò che viene mostrato all’esterno o nascosto, lì siamo noi stessi”. È al cuore che portano le domande che contano: quale significato voglio che abbiano la mia vita, le mie scelte o le mie azioni, chi sono davanti a Dio.
Per il Pontefice, è necessario riconoscere che “io sono il mio cuore, perché è quello che mi distingue, mi forma nella mia identità spirituale e mi mette in comunione con gli altri”.
Santi “innamorati” del Sacro Cuore
Nel documento il Santo Padre cita alcuni santi che hanno meditato sul Cuore di Gesù nel corso della storia della Chiesa, come San Claude de la Colombiere, Santa Teresa di Gesù, San Giovanni della Croce, Sant’Agostino, San Francesco di Sales, San Charles de Foucauld e Santa Margherita Maria Alacoque – quest’anno ricorre il 350° anniversario della prima rivelazione del Sacro Cuore a questa suora.
Le visioni di alcuni santi particolarmente devoti al Cuore di Cristo, dice il Papa, “sono stimoli belli che possono motivare e fare molto bene”, ma “non sono qualcosa che i credenti sono obbligati a credere come se fossero la Parola di Dio”. Così, il Papa ricorda che “la devozione al Cuore di Cristo è essenziale per la nostra vita cristiana, in quanto significa la piena apertura della fede e dell’adorazione al mistero dell’amore divino e umano del Signore, al punto che possiamo affermare ancora una volta che il Sacro Cuore è una sintesi del Vangelo”.
Missionari dell’amore divino
Il Cuore di Cristo, nel “condurci al Padre, ci invia ai nostri fratelli e sorelle”. Infatti, l’amore per i nostri fratelli e sorelle è il “gesto più grande che possiamo offrire a Lui in cambio dell’amore”. Guardando alla storia della spiritualità, il Pontefice ricorda e porta come esempio l’impegno missionario di San Charles de Foucauld, che lo ha reso “fratello universale”: “lasciandosi plasmare dal Cuore di Cristo, ha voluto accogliere nel suo cuore fraterno l’intera umanità sofferente”.
Il Papa parla anche di “riparazione”, come spiegava San Giovanni Paolo II: “offrendoci insieme al Cuore di Cristo, ‘sulle rovine accumulate dall’odio e dalla violenza, si costruisca la sospirata civiltà dell’amore, il regno del Cuore di Cristo’.