Fin dall’inizio del conclave, il mondo si chiedeva quale nome avrebbe scelto il nuovo papa. Quando è stato annunciato che il Cardinale Robert Francis Prevost sarebbe stato il nuovo Successore di Pietro, è stato anche rivelato che avrebbe assunto il nome di Papa Leone XIV. Ma perché?
Nella storia della Chiesa si è sviluppata la tradizione secondo cui i papi scelgono un nome che rappresenti la loro missione.
Nella mattina di sabato, ha rivelato ai cardinali che ci sono molte ragioni per aver scelto di essere il quattordicesimo papa a portare il nome Leone. Tra queste, ha detto di “sentirsi chiamato” a proseguire il cammino del Concilio Vaticano II, percorso anche da Francesco. Ha citato l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium:
- Ritorno al primato di Cristo nell’annuncio
- La conversione missionaria di tutta la comunità cristiana
- La crescita nella collegialità e nella sinodalità
- L’attenzione al sensus fidei, specialmente nelle sue forme più autentiche e inclusive, come la pietà popolare
- La cura amorosa per gli emarginati e gli esclusi
- Il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo in tutte le sue realtà
Proprio con l’intento di seguire questa linea, ha rivelato che la principale ragione della scelta del nome Leone XIV è stata:
“Papa Leone XIII, infatti, con la storica Enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a una nuova rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che portano nuove sfide alla difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro.”
Infine, il Santo Padre ha incoraggiato i cardinali nella loro missione con una frase di San Paolo VI:
“Che attraversi tutto il mondo come una grande fiamma di fede e di amore che infiamma tutti gli uomini di buona volontà, illumini i cammini della collaborazione reciproca e attiri sull’umanità – ora e sempre – l’abbondanza delle divine compiacenze, la stessa forza di Dio, senza la quale nulla è valido, nulla è santo.”
Socorro Mouta