La Comunità Shalom ha nella sua spiritualità, una venerazione particolare per le icone. Questo testo preso dai nostri statuti, rivela un posto privilegiato delle icone in questa vocazione. Per mezzo di esse siamo spronati alla preghiera, alla contemplazione, ad immergerci nei misteri di Cristo e nella verità del Vangelo. Colui che contempla un’icona ha la possibilità di far sorgere nel suo cuore il desiderio di vedere il volto di Dio e di essere trasfigurato da lui.
È tradizione della Comunità che in ogni giubileo si scriva un’icona legata al mistero di questo tempo di celebrazione. In questo anno, il settore dedicato alla vita liturgica e sacramentale della Comunità, ha sviluppato l’icona dei 40 anni della Comunità Cattolica Shalom. Eduardo Silva, consacrato della Comunità di vita e iconografo è stato uno dei responsabili della sua scrittura e ci spiega la sua opera.
Ispirazioni e difficoltà
L’ispirazione per l’icona è nata a partire da quello che il consiglio generale ha ascoltato nel ritiro di ascolto del 2021. “Dio è andato al di là delle nostre aspettative perché già dall’ascolto abbiamo iniziato a percepire nuovi segni e caratteristiche dell’icona”, aggiunge Eduardo.
Bisognava scrivere l’icona a partire dall’ascolto di Dio e in accordo con colui che poi l’avrebbe realizzata. Lo stesso iconografo ci ha detto: “Non ho avuto bisogno di creare molte cose nuove; ovviamente ci sono state difficoltà ma in fondo ho solamente preso quello che aveva ascoltato Moyses (fondatore della Comunità) per tutta la Comunità; così avevo tutto quello che mi serviva e poi ho dovuto solamente renderlo visibile” aggiunge scherzando.
Ci sono stati alcuni problemi sin dall’inizio, soprattutto legati al poco tempo a disposizione. Anche se il missionario era abituato a periodi brevi per la realizzazione delle icone, questa volta è stata comunque una modalità particolare. Era difficile anche comprendere e tenere insieme tanti elementi: un popolo in cammino, Maria dietro lo Sposo eucaristico, una moltitudine, i santi.
“Ho iniziato a scrivere l’icona nel pieno del Festival Halleluya, tra lutti familiari e altre sfide interiori ma al di là di questo un’altra difficoltà è stata comprendere e rendere visibile il volto di Cristo, dei santi e della “Tutta Piccola” realizzata da Guadalupe (consacrata e iconografa della Comunità Shalom).
Spiegazione degli elementi
Secondo l’iconografo, il fondatore della Comunità gli avrebbe chiesto di aprirsi a qualcosa di nuovo. Fu così che iniziò a percepire che Gesù voleva essere rappresentato in un modo nuovo, un modo che la Comunità non aveva ancora conosciuto e dunque diverso dall’icona di Gesù Eucaristico della cappella in Diaconia. Aggiunge che: “si tratta sempre dello Sposo eucaristico ma in questo caso appare in un modo diverso per questo tempo della Comunità e della Chiesa”.
L’icona è una ma per comprenderla meglio spiegheremo i suoi tre elementi separatamente: la parte superiore dove si vedono i santi; il centro, che è in primo piano e dove incontriamo lo Sposo eucaristico; quella inferiore dove troviamo una processione con la Tutta Piccola a destra.
Al centro dell’icona c’è il Cristo avvolto da una forma circolare che rappresenta il Sole; questa è un’immagine citata nella Escuta: l’Eucaristia è il Sole ma rappresenta anche la carne di Cristo. Inoltre la parte circolare è il segno dell’unità e dunque possiamo contemplare come essa unisca il cielo e la terra.
Nella parte superiore sono raffigurati i santi che hanno una missione nella vita della Comunità e della Chiesa; santi di vari tempi e continenti. Ci sono molti altri santi più piccoli, due dei quali appaiono con la sola aureola; a loro possiamo dare il nome che vogliamo, per esempio i santi delle nostre devozioni particolari. I santi sono stati scelti in base all’ascolto di Moyses durante la preghiera e hanno la caratteristica della sponsalità, così significativa per questo tempo della Comunità.
Sopra i santi, attorno ad essi, possiamo vedere l’albero della vita – la croce come albero è un’immagine molto significativa per la Comunità Shalom – che è il segno dell’eternità. Eduardo spiega ancora che: “Alla base del carisma c’è una vita che nasce dalla croce e dalla risurrezione di Cristo ed esprime in questo modo il sacrificio della carne offerta del Signore nell’Eucaristia. Questo perfetto sacrificio della croce rimanda anche al nostro fine ultimo: l’eternità, la gloria di Dio e l’unione perenne con il Padre”.
Nella parte bassa dell’icona c’è una moltitudine di persone: religiosi, celibi, sposi, sacerdoti, persone ferite, personale sanitario. Eduardo racconta inoltre che l’icona è nata nel contesto della pandemia e dunque c’è un forte mistero di dolore e risurrezione in essa. Aggiunge che “La gloria di Dio è grandiosa perché Cristo è il Risorto passato per la croce”. Le persone rappresentano tutti i continenti con una processione che parte dai quattro angoli della terra e che dunque vuole comprendere le caratteristiche di tutti i popoli.
Espressione di Eternità
Le tre parti descritte, che esprimono un solo elemento, richiamano l’attenzione a un fatto, ci dice Edoardo: “La parte superiore è più grande di quella inferiore così come la dimensione dell’eternità è in questo tempo per noi, come Comunità, qualcosa di così forte e profondo da prendere uno spazio maggiore della dimensione terrena.
Nella parte superiore, dove troviamo i santi, gli angeli e l’Albero della vita, vediamo che il cielo prende lo spazio, entra nella nostra realtà e possiamo sentirlo nella pasqua dei nostri fratelli. È quello che il Signore ha detto nel Escuta anche riguardo all’urgenza della conversione a cui Dio ci chiama, all’umiltà e alla piccolezza di Maria, all’adorazione e all’amore per l’Eucaristia”.
Per Eduardo scrivere questa icona “è stata un’esperienza di eternità nella mia vita, nella mia famiglia, nella Comunità. Sto sperimentando molto di questo cielo, della presenza di Cristo in mezzo a noi che davvero ci viene incontro e ci conduce verso il Padre”; e ancora: “ho avuto anche un’esperienza molto particolare con Maria, colei che nonostante sia in secondo piano, riesce a dare a questa icona una forma e una forza tutta sua nella semplicità, nella discrezione e nella purezza” conclude.
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