Shalom

Tutto quello che c’è da sapere sull’approvazione degli Statuti e sul loro riconoscimento pontificio

Un sacerdote esperto in diritto canonico spiega cos’è il riconoscimento pontificio e perché è così importante per un carisma

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Imagem: Wallace Freitas.

Questo sabato, 22 febbraio, Solennità della Cattedra di San Pietro, la Comunità Cattolica Shalom celebra 18 anni di riconoscimento pontificio e 13 anni di approvazione definitiva dei suoi Statuti.

Le due celebrazioni fanno parte dello stesso processo di conferma, da parte della Chiesa Cattolica, che il carisma Shalom è una manifestazione divina per l’umanità.

“Considerata la consolidazione e lo sviluppo della Comunità Cattolica Shalom, così come i frutti di santità e impegno missionario per la nuova evangelizzazione portati alla Chiesa dai suoi membri, come promotori della Pace del Signore nel mondo, in particolare nella dedizione verso i giovani, le famiglie, i bambini, i poveri, ma anche nei mezzi di comunicazione, nel mondo dell’arte, del lavoro, della scienza e della cultura (cf. Statuti, artt. 5 e 6);” (Estratto dal Decreto di Approvazione Definitiva degli Statuti della Comunità Cattolica Shalom, 22 febbraio 2012).

Per aiutarti a comprendere meglio il significato di questa data per la vocazione, comshalom.org ha parlato con Padre Karlian Vale, sacerdote della Comunità di Vita e specialista in diritto canonico.

Ecco l’intervista integrale:

(Mantenendo il tono colloquiale)

COMSHALOM: Qual è la differenza tra l’approvazione degli Statuti e il riconoscimento pontificio?

PADRE KARLIAN: “La differenza tra il ‘riconoscimento pontificio’ e l’ ‘approvazione degli Statuti’ riguarda due aspetti dello stesso atto. Il riconoscimento pontificio è l’atto con cui la Chiesa, e quindi il Papa, tramite il dicastero competente (nel nostro caso, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita), riconosce che quel carisma è una manifestazione di Dio, un carisma autentico, e quindi ne riconosce la validità per la Chiesa.

L’approvazione degli Statuti, invece, riguarda l’approvazione del testo che la Comunità presenta alla Chiesa e che regola la vita della Comunità. Non si può dare il riconoscimento pontificio senza degli Statuti; per questo motivo, sono due aspetti dello stesso atto. Da una parte si riconosce l’autenticità del carisma, dall’altra si approva il testo specifico che regola la vita della Comunità.”

COMSHALOM: Perché è significativo che questi due eventi siano accaduti durante la Festa della Cattedra di San Pietro?

PADRE KARLIAN: “Il significato che il riconoscimento pontificio e l’approvazione degli statuti siano avvenuti nel giorno della Festa della Cattedra di San Pietro, precisamente il 22 febbraio 2007, è che in questo modo la Comunità ha potuto esprimere il suo legame profondo con la Chiesa. La Comunità nasce nella Chiesa, è la Chiesa, e esiste per amare e servire la Chiesa. La Festa della Cattedra di San Pietro ha la stessa sensibilità e lo stesso significato. Si celebra il dono che è la vita di Pietro, dei suoi successori e della Chiesa, che in Cristo è una, santa, cattolica e apostolica. La Comunità entra in questa grazia e esprime il suo senso di appartenenza alla Chiesa attraverso questa data significativa.”

COMSHALOM: Cosa significa il riconoscimento pontificio? E qual è la sua importanza per il carisma Shalom?

PADRE KARLIAN: “Come già detto, il riconoscimento pontificio è il modo in cui la Chiesa conferma che quel carisma è autentico e che è al servizio della Chiesa e dell’umanità nel nostro tempo. La sua importanza per la Comunità risiede nel fatto che, attraverso l’obbedienza e l’appartenenza alla Chiesa, la Comunità si sente confermata, supportata e spinta dalla Chiesa. Non siamo più noi a convalidarci, ma è la Chiesa stessa che autentica il carisma che abbiamo ricevuto da Dio.”

COMSHALOM: Come la Santa Sede concede un riconoscimento pontificio?

PADRE KARLIAN: “Il riconoscimento pontificio, soprattutto per un’Associazione Privata di Fedeli come nel caso della Comunità Shalom, avviene su richiesta della stessa comunità. Dopo aver vissuto i suoi anni iniziali e ricevuto il riconoscimento a livello diocesano (che è anche un passo fondamentale), con gli Statuti approvati dal vescovo diocesano, e dopo un periodo di crescita, la Comunità presenta alla Santa Sede la sua richiesta di riconoscimento. Il dicastero competente, nel nostro caso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, valuta la richiesta. È come se la Comunità riconoscesse in sé una manifestazione di Dio, un dono per il mondo di oggi, per la Chiesa di oggi, e chiedesse alla Chiesa di confermare questo dono.

La Chiesa poi richiede che vengano presentati gli Statuti, la storia e l’esperienza vissuta della comunità. Questi documenti sono attentamente esaminati dai vari dicasteri: la Congregazione per la Dottrina della Fede, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e gli altri dicasteri che abbiano competenza in materia.

Una volta che la Chiesa, dopo un dialogo e alcune modifiche agli Statuti, conferma che sono in linea con le leggi della Chiesa e le norme del diritto canonico, concede l’approvazione attraverso un decreto. Questo decreto è emesso dal dicastero e firmato dal prefetto del dicastero competente. La Comunità riceve inizialmente l’approvazione su base sperimentale, conosciuta in latino come ad experimentum. Nel nostro caso, questo ad experimentum è durato cinque anni, dal 2007 al 2012. Nel 2012 è stato concesso il riconoscimento pontificio definitivo. A quel punto non era necessario presentare nuovi Statuti, poiché quelli originali erano già stati approvati, ma è stato concesso il riconoscimento pontificio definitivo.”

 


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